Giovanni Papini is well known for his literary work and as a champion of the new political culture of opposition that emerged in Italy at the beginning of the XX century. His role in Fascist Italy after his conversion to Catholicism is less widely known. This essay focuses on some of the crucial moments in that period as seen through his 30-year long correspondence with rev. Giuseppe De Luca, who was also one of the most influencial, if somewhat "hidden", Catholic intellectuals in Italy between the two World Wars. The resulting picture is one of continuity in Papini's determination to "revive the conscience" of the Italian people by making use of the ideological tools provided by a particularly conservative and anti-modern sort of Catholicism. Towards Fascism, Papini moved from an initial distance to finally an active role in supporting the Fascist war, which he justified in the name of the alleged and mythical rights of a spiritually "superior" Italian and Catholic civilisation.

Di Giovanni Papini è ben conosciuta l’attività di scrittore e di esponente tra i più significativi della cultura politica antigiolittiana sviluppatasi in Italia all’inizio del Novecento. Meno indagato è il suo ruolo nell’Italia fascista, dopo la clamorosa conversione al cattolicesimo. Il saggio ricostruisce alcuni tra i momenti più significativi di tale periodo attraverso la sua trentennale corrispondenza epistolare con don Giuseppe De Luca, che fu a sua volta uno dei protagonisti “sotterranei” della cultura cattolica italiana fra le due guerre. Il quadro che ne emerge è di una sostanziale continuità quanto all’intento di Papini di “svegliare la coscienza” degli italiani, servendosi però ora degli strumenti ideologici fornitigli da un cattolicesimo tradizionalista e antimoderno. Più travagliata la sua posizione verso il fascismo mussoliniano, passata da una fase di estraneità/ostilità ad una di aperta adesione che lo portò infine ad assumere un ruolo attivo di sostegno alla guerra fascista, giustificata in nome delle pretese ragioni della superiorità spirituale della civiltà italiana e cattolica.

Scarantino, A. (2009). Il "ritorno all'armi" di Giovanni Papini tra cattolicesimo e fascismo: l'amicizia intellettuale con don Giuseppe De Luca negli anni Trenta. MONDO CONTEMPORANEO(3-2008), 67-128.

Il "ritorno all'armi" di Giovanni Papini tra cattolicesimo e fascismo: l'amicizia intellettuale con don Giuseppe De Luca negli anni Trenta

SCARANTINO, ANNA
2009-01-01

Abstract

Giovanni Papini is well known for his literary work and as a champion of the new political culture of opposition that emerged in Italy at the beginning of the XX century. His role in Fascist Italy after his conversion to Catholicism is less widely known. This essay focuses on some of the crucial moments in that period as seen through his 30-year long correspondence with rev. Giuseppe De Luca, who was also one of the most influencial, if somewhat "hidden", Catholic intellectuals in Italy between the two World Wars. The resulting picture is one of continuity in Papini's determination to "revive the conscience" of the Italian people by making use of the ideological tools provided by a particularly conservative and anti-modern sort of Catholicism. Towards Fascism, Papini moved from an initial distance to finally an active role in supporting the Fascist war, which he justified in the name of the alleged and mythical rights of a spiritually "superior" Italian and Catholic civilisation.
2009
Di Giovanni Papini è ben conosciuta l’attività di scrittore e di esponente tra i più significativi della cultura politica antigiolittiana sviluppatasi in Italia all’inizio del Novecento. Meno indagato è il suo ruolo nell’Italia fascista, dopo la clamorosa conversione al cattolicesimo. Il saggio ricostruisce alcuni tra i momenti più significativi di tale periodo attraverso la sua trentennale corrispondenza epistolare con don Giuseppe De Luca, che fu a sua volta uno dei protagonisti “sotterranei” della cultura cattolica italiana fra le due guerre. Il quadro che ne emerge è di una sostanziale continuità quanto all’intento di Papini di “svegliare la coscienza” degli italiani, servendosi però ora degli strumenti ideologici fornitigli da un cattolicesimo tradizionalista e antimoderno. Più travagliata la sua posizione verso il fascismo mussoliniano, passata da una fase di estraneità/ostilità ad una di aperta adesione che lo portò infine ad assumere un ruolo attivo di sostegno alla guerra fascista, giustificata in nome delle pretese ragioni della superiorità spirituale della civiltà italiana e cattolica.
Scarantino, A. (2009). Il "ritorno all'armi" di Giovanni Papini tra cattolicesimo e fascismo: l'amicizia intellettuale con don Giuseppe De Luca negli anni Trenta. MONDO CONTEMPORANEO(3-2008), 67-128.
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