In search of a “sustainable” Welfare State: “generative” Welfare This essay is part of the debate that has developed over the last thirty years concerning the changes in the Welfare State and, particularly, the crisis of traditional welfare. It is recognized that there is a need to redesign it both quantitatively and, even more, qualitatively, in the light of criteria of equity and, above all, economic sustainability, given the extremely serious international economic and financial crisis that has developed in recent years. This decline of the Welfare State has certainly been in part due to failures and weaknesses in the way it was activated, which do not put into practice the classical model of the Welfare State, but a merely counterfeit version of it, as the anomalous Italian experience has shown. To avoid the risk of the Welfare State being dismantled, we need to seek a solution that can combine solidarity and efficiency, in the awareness that an extended system of social security is not in conflict with economic development: the Welfare State can act as a “multiplier of resources”, passing from “redistributive welfare to generative welfare”, “from cost to social investment” to generate the common good. The aim is that of a “compatible” and “sustainable” Welfare State that sees an increased commitment of those members of the public that use it, who are now reduced to being merely passive consumers of services; it is on the terrain of general social involvement of non-profit organizations that the forces of civil society will be able most effectively to compensate for the shortcomings of the Italian model of the Welfare State.

Il contributo si inserisce in un dibattito, che si è sviluppato nel corso di un trentennio, relativo alle trasformazioni dello Stato sociale ed, in particolare, alla crisi del Welfare tradizionale, del quale si avverte la necessità di ridisegnarlo sia da un punto di vista quantitativo sia, ed ancor più, da un punto di vista qualitativo, alla luce di criteri di equità e soprattutto di sostenibilità economica, in considerazione della gravissima crisi economico-finanziaria internazionale sviluppatasi negli ultimi anni. All’origine di tale parabola discendente dello Stato sociale vi sono, indubbiamente, forme di attuazione improprie, o quanto meno insoddisfacenti, che, comunque, non realizzano il modello classico dello Stato del benessere, ma una sua contraffazione di tipo meramente assistenziale, come dimostra anche l’esperienza del nostro Paese, che ha messo in luce tutte le anomalie del Welfare “all’italiana”. Al fine di evitare il rischio di uno smantellamento dello Stato sociale, è necessario ricercare una soluzione che consenta di coniugare solidarietà ed efficienza, nella consapevolezza che un esteso sistema di sicurezza sociale non si pone in contraddizione con lo sviluppo economico: lo Stato sociale può, infatti, fungere da “moltiplicatore di risorse”, passando da “welfare redistributivo a welfare generativo”, “da costo ad investimento sociale” per generare bene comune. L’obiettivo è quello di un Welfare State “compatibile” e “sostenibile” che veda un intensificato impegno dei cittadini che di esso usufruiscono, oggi ridotti a meri fruitori passivi di servizi; è, infatti, sul terreno della partecipazione dei cittadini, nell’intervento solidaristico delle organizzazioni non lucrative, la vera “supplenza” alle carenze del nostro modello di Welfare State cui può efficacemente adempiere la società civile.

Colapietro, C. (2014). Alla ricerca di un Welfare “sostenibile”: il Welfare “generativo”. DIRITTO E SOCIETÀ(1), 19-46.

Alla ricerca di un Welfare “sostenibile”: il Welfare “generativo”

COLAPIETRO, CARLO
2014-01-01

Abstract

In search of a “sustainable” Welfare State: “generative” Welfare This essay is part of the debate that has developed over the last thirty years concerning the changes in the Welfare State and, particularly, the crisis of traditional welfare. It is recognized that there is a need to redesign it both quantitatively and, even more, qualitatively, in the light of criteria of equity and, above all, economic sustainability, given the extremely serious international economic and financial crisis that has developed in recent years. This decline of the Welfare State has certainly been in part due to failures and weaknesses in the way it was activated, which do not put into practice the classical model of the Welfare State, but a merely counterfeit version of it, as the anomalous Italian experience has shown. To avoid the risk of the Welfare State being dismantled, we need to seek a solution that can combine solidarity and efficiency, in the awareness that an extended system of social security is not in conflict with economic development: the Welfare State can act as a “multiplier of resources”, passing from “redistributive welfare to generative welfare”, “from cost to social investment” to generate the common good. The aim is that of a “compatible” and “sustainable” Welfare State that sees an increased commitment of those members of the public that use it, who are now reduced to being merely passive consumers of services; it is on the terrain of general social involvement of non-profit organizations that the forces of civil society will be able most effectively to compensate for the shortcomings of the Italian model of the Welfare State.
2014
Il contributo si inserisce in un dibattito, che si è sviluppato nel corso di un trentennio, relativo alle trasformazioni dello Stato sociale ed, in particolare, alla crisi del Welfare tradizionale, del quale si avverte la necessità di ridisegnarlo sia da un punto di vista quantitativo sia, ed ancor più, da un punto di vista qualitativo, alla luce di criteri di equità e soprattutto di sostenibilità economica, in considerazione della gravissima crisi economico-finanziaria internazionale sviluppatasi negli ultimi anni. All’origine di tale parabola discendente dello Stato sociale vi sono, indubbiamente, forme di attuazione improprie, o quanto meno insoddisfacenti, che, comunque, non realizzano il modello classico dello Stato del benessere, ma una sua contraffazione di tipo meramente assistenziale, come dimostra anche l’esperienza del nostro Paese, che ha messo in luce tutte le anomalie del Welfare “all’italiana”. Al fine di evitare il rischio di uno smantellamento dello Stato sociale, è necessario ricercare una soluzione che consenta di coniugare solidarietà ed efficienza, nella consapevolezza che un esteso sistema di sicurezza sociale non si pone in contraddizione con lo sviluppo economico: lo Stato sociale può, infatti, fungere da “moltiplicatore di risorse”, passando da “welfare redistributivo a welfare generativo”, “da costo ad investimento sociale” per generare bene comune. L’obiettivo è quello di un Welfare State “compatibile” e “sostenibile” che veda un intensificato impegno dei cittadini che di esso usufruiscono, oggi ridotti a meri fruitori passivi di servizi; è, infatti, sul terreno della partecipazione dei cittadini, nell’intervento solidaristico delle organizzazioni non lucrative, la vera “supplenza” alle carenze del nostro modello di Welfare State cui può efficacemente adempiere la società civile.
Colapietro, C. (2014). Alla ricerca di un Welfare “sostenibile”: il Welfare “generativo”. DIRITTO E SOCIETÀ(1), 19-46.
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