The first definitions of civis appeared in learned legal treatises of the 12th century and focused on the fiscal duties deriving from the belonging of a person to an urban community. In order to obtain a general contribution from the urban population, medieval Italian cities needed to get rid of the idea of subjection, traditionally implied by any form of taxation during the Middle Ages, and to insist on a new principle: the necessity of charging individuals for the common benefit. To what extent was such an innovative perspective influenced by new experiments in collecting payments carried out by the church during the 11th and 12th centuries? What was the role played by the rediscovery of Roman law for the development of a new interpretation of the tithe? To what extent can episcopal inventories be considered a model for lay appraisals developed by the communal Italian governments? This paper aims to answer these questions through a comparative analysis of the tax policies carried out by bishoprics and city-governments in both Italy and southern France, and it tries to establish a dialogue between practical tax experiments and civil and canon legal thought during the 12th century.

La prime definizioni di civis compaiono nelle opere di diritto colto del XII secolo e si concentrano sui doveri fiscali derivanti dall’appartenenza di un individuo a una comunità urbana. Per coinvolgere la popolazione in nuove forme di prelievo, le città italiane devono svincolare l’imposta dall’idea di soggezione a un’autorità fisica e trasformarla nel simbolo di appartenenza a un ente astratto, la comunità urbana. In che misura questa operazione è influenzata, sia ideologicamente che concretamente, dalle novità introdotte nel settore del prelievo ecclesiastico dai vescovati di fine XI e XII secolo? Quanto pesa sul nuovo inquadramento della decima, intesa come simbolo di appartenenza alla comunità cristiana, il diritto colto romano? E fino a che punto le esperienze di prelievo vescovile furono assunte a modello dai governi comunali per la creazione di estimi laici? Il contributo cerca di rispondere a questi interrogativi proponendo un esame comparato delle politiche impositive di vescovati e governi italiani e franco-meridionali, tentando di instaurare un dialogo tra esperienze concrete e riflessioni dottrinarie maturate in campo canonico e civile nel corso del XII secolo.

MENZINGER DI PREUSSENTHAL, S. (2014). Pagare per Appartenere. Sfere di interscambio tra fiscalità ecclesiastica e laica in Francia Meridionale e nell'Italia comunale (XII secolo). QUADERNI STORICI, 147(a. XLIX n. 3), 673-708.

Pagare per Appartenere. Sfere di interscambio tra fiscalità ecclesiastica e laica in Francia Meridionale e nell'Italia comunale (XII secolo)

MENZINGER DI PREUSSENTHAL, SARA
2014-01-01

Abstract

The first definitions of civis appeared in learned legal treatises of the 12th century and focused on the fiscal duties deriving from the belonging of a person to an urban community. In order to obtain a general contribution from the urban population, medieval Italian cities needed to get rid of the idea of subjection, traditionally implied by any form of taxation during the Middle Ages, and to insist on a new principle: the necessity of charging individuals for the common benefit. To what extent was such an innovative perspective influenced by new experiments in collecting payments carried out by the church during the 11th and 12th centuries? What was the role played by the rediscovery of Roman law for the development of a new interpretation of the tithe? To what extent can episcopal inventories be considered a model for lay appraisals developed by the communal Italian governments? This paper aims to answer these questions through a comparative analysis of the tax policies carried out by bishoprics and city-governments in both Italy and southern France, and it tries to establish a dialogue between practical tax experiments and civil and canon legal thought during the 12th century.
2014
La prime definizioni di civis compaiono nelle opere di diritto colto del XII secolo e si concentrano sui doveri fiscali derivanti dall’appartenenza di un individuo a una comunità urbana. Per coinvolgere la popolazione in nuove forme di prelievo, le città italiane devono svincolare l’imposta dall’idea di soggezione a un’autorità fisica e trasformarla nel simbolo di appartenenza a un ente astratto, la comunità urbana. In che misura questa operazione è influenzata, sia ideologicamente che concretamente, dalle novità introdotte nel settore del prelievo ecclesiastico dai vescovati di fine XI e XII secolo? Quanto pesa sul nuovo inquadramento della decima, intesa come simbolo di appartenenza alla comunità cristiana, il diritto colto romano? E fino a che punto le esperienze di prelievo vescovile furono assunte a modello dai governi comunali per la creazione di estimi laici? Il contributo cerca di rispondere a questi interrogativi proponendo un esame comparato delle politiche impositive di vescovati e governi italiani e franco-meridionali, tentando di instaurare un dialogo tra esperienze concrete e riflessioni dottrinarie maturate in campo canonico e civile nel corso del XII secolo.
MENZINGER DI PREUSSENTHAL, S. (2014). Pagare per Appartenere. Sfere di interscambio tra fiscalità ecclesiastica e laica in Francia Meridionale e nell'Italia comunale (XII secolo). QUADERNI STORICI, 147(a. XLIX n. 3), 673-708.
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