Il contributo è dedicato al problema delle fonti su cui Dante potrebbe aver costruito la particolare pena escogitata per le anime della Tolomea (dannate ma ancora vive sulla terra) nel XXXIII canto dell’‘Inferno’ (vv. 91-157). I commentatori moderni del poema rimandano in genere al tradimento di Giuda secondo il racconto del Vangelo di Giovanni, mentre i lettori antichi facevano riferimento anche ai versetti 13-16 del Salmo 54. Il confronto dei versi danteschi, da un lato con una sezione più ampia del salmo, dall’altro con l’esegesi medievale del versetto 16 (vengono ad esempio portati a riscontro passi del ‘De bono mortis’ di S. Ambrogio e del ‘Policraticus’ di Giovanni di Salisbury), spingono l’A. a ritenere che proprio la lettura del salmo abbia ispirato e autorizzato l’invenzione dantesca.
Fiorilla, M. (2006). «et descendant in infernum viventes»: ‘Inf.’ XXXIII, 109-157 e il ‘salmo’ 54. L'ALIGHIERI, 27, 133-139.
«et descendant in infernum viventes»: ‘Inf.’ XXXIII, 109-157 e il ‘salmo’ 54
FIORILLA, Maurizio
2006-01-01
Abstract
Il contributo è dedicato al problema delle fonti su cui Dante potrebbe aver costruito la particolare pena escogitata per le anime della Tolomea (dannate ma ancora vive sulla terra) nel XXXIII canto dell’‘Inferno’ (vv. 91-157). I commentatori moderni del poema rimandano in genere al tradimento di Giuda secondo il racconto del Vangelo di Giovanni, mentre i lettori antichi facevano riferimento anche ai versetti 13-16 del Salmo 54. Il confronto dei versi danteschi, da un lato con una sezione più ampia del salmo, dall’altro con l’esegesi medievale del versetto 16 (vengono ad esempio portati a riscontro passi del ‘De bono mortis’ di S. Ambrogio e del ‘Policraticus’ di Giovanni di Salisbury), spingono l’A. a ritenere che proprio la lettura del salmo abbia ispirato e autorizzato l’invenzione dantesca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.