La Città di Roma è caratterizzata da un’abbondanza d’acqua, testimoniata dalla presenza dei Fiumi Tevere e Aniene, da un consistente reticolo di corsi d’acqua minori, dall’ingente risorsa sotterranea e dalla presenza diffusa di sorgenti. Roma e i suoi dintorni si estendono su cinque unità idrogeologiche: l’Unità dei Monti Sabatini a nord; l’Unità dei Colli Albani a sud-est; l’Unità della formazione di Ponte Galeria a ovest; l’Unità dei depositi alluvionali recenti e attuali e l’Unità del Delta del Fiume Tevere a sud ovest. Le argille del Pliocene, appartenenti al complesso dei depositi neogenici, hanno la funzione di aquiclude relativamente a tutte le unità idrogeologiche. Queste argille, che raggiungono spessori di oltre 800 metri, possono essere considerate come bedrock dell’area. L’idrogeologia del territorio romano è caratterizzata dalla presenza dei depositi vulcanici dei Colli Albani e di quelli dei Monti Sabatini che ricoprono le coltri del ciclo sedimentario della formazione di Ponte Galeria. L’insieme di questi complessi ospita i principali acquiferi dell’area romana, con una differenza di circolazione e di potenziale degli acquiferi in destra e sinistra del Fiume Tevere. Altri acquiferi sono rappresentati delle facies ghiaiose e sabbiose, non sempre continue, legate ai depositi alluvionali recenti e attuali, presenti nell’esteso reticolo idrografico. Alle formazioni naturali si aggiunge una spessa ed estesa coltre di terreni di riporto, a volte saturi per ricarica zenitale e perdite delle reti idriche. E’ interessante notare come molti dei corsi d’acqua perenni, una volta presenti nel contesto urbano, siano oggi o integrati nel reticolo dei grandi collettori fognari o del tutto ritombati dalle coltri di riporto. Questa situazione ha spesso definito delle situazioni di dissesto urbano legate alle interferenze tra falde e fondazioni. Analoghi problemi di dissesto sono stati individuati anche in aree ove sono estesamente presenti reticoli caveali derivati dalla coltivazione mineraria che ha interessato la città dai tempi remoti. La Città di Roma presenta, inoltre, problemi derivanti dalla penetrazione salina nella fascia costiera del Delta del Fiume Tevere, nonché dall’interferenza della bonifica ostiense con le falde presenti nel delta stesso.

The hydrogeological setting of the area of Rome is extremely diversified owing to the occurrence of numerous hydrogeological units and systems. The right bank area of the Tiber river hosts low-discharge aquifers. Groundwater flowpaths are highly affected by the Monte Mario structural high, which rests on low-permeability formations. The left bank area of the Tiber river accommodates the north-western ramification of the Alban hydrogeological unit. This unit sustains much more substantial discharge and recharge processes. These conditions give rise to a perennial drainage network and to aquifer-river interactions that the Authors identified and quantified as part of numerous survey programmes conducted over multiple decades. The drainage network in the urban area has been significantly altered, even in areas where the river landscape might have been an environmental resource. The paper reports the findings from some investigations, which were carried out to identify geological risks in some areas of Rome. Hydrogeological analysis played a key role in these investigations.

Capelli, G., Mazza, R., Taviani, S. (2008). Studi idrogeologici in ambito urbano: gli esempi del VI e XI Municipio della Città di Roma. GIORNALE DI GEOLOGIA APPLICATA, 9(2), 133-152 [10.1474/GGA.2008-09.2-05.0235].

Studi idrogeologici in ambito urbano: gli esempi del VI e XI Municipio della Città di Roma

MAZZA, Roberto;
2008-01-01

Abstract

The hydrogeological setting of the area of Rome is extremely diversified owing to the occurrence of numerous hydrogeological units and systems. The right bank area of the Tiber river hosts low-discharge aquifers. Groundwater flowpaths are highly affected by the Monte Mario structural high, which rests on low-permeability formations. The left bank area of the Tiber river accommodates the north-western ramification of the Alban hydrogeological unit. This unit sustains much more substantial discharge and recharge processes. These conditions give rise to a perennial drainage network and to aquifer-river interactions that the Authors identified and quantified as part of numerous survey programmes conducted over multiple decades. The drainage network in the urban area has been significantly altered, even in areas where the river landscape might have been an environmental resource. The paper reports the findings from some investigations, which were carried out to identify geological risks in some areas of Rome. Hydrogeological analysis played a key role in these investigations.
2008
La Città di Roma è caratterizzata da un’abbondanza d’acqua, testimoniata dalla presenza dei Fiumi Tevere e Aniene, da un consistente reticolo di corsi d’acqua minori, dall’ingente risorsa sotterranea e dalla presenza diffusa di sorgenti. Roma e i suoi dintorni si estendono su cinque unità idrogeologiche: l’Unità dei Monti Sabatini a nord; l’Unità dei Colli Albani a sud-est; l’Unità della formazione di Ponte Galeria a ovest; l’Unità dei depositi alluvionali recenti e attuali e l’Unità del Delta del Fiume Tevere a sud ovest. Le argille del Pliocene, appartenenti al complesso dei depositi neogenici, hanno la funzione di aquiclude relativamente a tutte le unità idrogeologiche. Queste argille, che raggiungono spessori di oltre 800 metri, possono essere considerate come bedrock dell’area. L’idrogeologia del territorio romano è caratterizzata dalla presenza dei depositi vulcanici dei Colli Albani e di quelli dei Monti Sabatini che ricoprono le coltri del ciclo sedimentario della formazione di Ponte Galeria. L’insieme di questi complessi ospita i principali acquiferi dell’area romana, con una differenza di circolazione e di potenziale degli acquiferi in destra e sinistra del Fiume Tevere. Altri acquiferi sono rappresentati delle facies ghiaiose e sabbiose, non sempre continue, legate ai depositi alluvionali recenti e attuali, presenti nell’esteso reticolo idrografico. Alle formazioni naturali si aggiunge una spessa ed estesa coltre di terreni di riporto, a volte saturi per ricarica zenitale e perdite delle reti idriche. E’ interessante notare come molti dei corsi d’acqua perenni, una volta presenti nel contesto urbano, siano oggi o integrati nel reticolo dei grandi collettori fognari o del tutto ritombati dalle coltri di riporto. Questa situazione ha spesso definito delle situazioni di dissesto urbano legate alle interferenze tra falde e fondazioni. Analoghi problemi di dissesto sono stati individuati anche in aree ove sono estesamente presenti reticoli caveali derivati dalla coltivazione mineraria che ha interessato la città dai tempi remoti. La Città di Roma presenta, inoltre, problemi derivanti dalla penetrazione salina nella fascia costiera del Delta del Fiume Tevere, nonché dall’interferenza della bonifica ostiense con le falde presenti nel delta stesso.
Capelli, G., Mazza, R., Taviani, S. (2008). Studi idrogeologici in ambito urbano: gli esempi del VI e XI Municipio della Città di Roma. GIORNALE DI GEOLOGIA APPLICATA, 9(2), 133-152 [10.1474/GGA.2008-09.2-05.0235].
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