L’analisi della subscriptio di Codex Theodosianus VIII, 18, 1, una lettera di Costantino al senato e ai magistrati di Roma, e l’esame del contesto storico e cronologico in cui fu redatta e letta, mostra che il Vettius Rufinus, lettore dell’epistola in senato, non era il prefetto urbano in carica, ma un ex prefetto urbano ed ex console ordinario. La lettera non risale dunque al luglio-settembre del 315, come da lungo tempo ipotizzato, ma all’estate del 318. Lo studio della cronologia dell’epistola confluita in Codex Theodosianus VIII, 18, 1 ha richiesto la ricostruzione della serie delle costituzioni di Costantino emesse nell’anno 318, quando il principe si trattenne a lungo ad Aquileia. Il criterio di scelta del lettore della lettera imperiale al senato (un ex prefetto urbano ed ex console) ha imposto il riesame dei criteri di presidenza e di lettura di documenti nelle riunioni della curia di Roma tra l’età altoimperiale e l’età tardoantica. Tra la fine del III e gli inizi del IV secolo il senato non fu più convocato e presieduto dai consoli, ma dal prefetto urbano. Tuttavia il prefetto urbano di norma non leggeva in età tardoantica le comunicazioni indirizzate dall’imperatore al senato. Il confronto con altre lettere imperiali indirizzate al senato, lette dai principes senatus tardoantichi, mostra che la lettura di documenti dell’imperatore all’assemblea divenne, dal III secolo, un privilegio e un importante segno di distinzione per i senatori più illustri assisi nella curia. Quasi mai il prefetto urbano era il senatore più importante presente alla seduta. Lo studio della carriera di Vettius Rufinus conferma il rilievo del senatore nel 318, e il suo diritto a leggere la lettera imperiale all’assemblea. La ricostruzione del suo cursus honorum, noto grazie a una celebre iscrizione di Atina (Corpus Inscriptionum Latinarum X, 5061 = Inscriptiones Latinae Selectae 1217), ha permesso di concludere che il senatore rivestì effettivamente un proconsolato di Acaia, forse l’ultimo ancora sorteggiato secondo la prassi tradizionale in senato, di redistribuire in modo cronologicamente più equilibrato la sua carriera, e di ipotizzare una stesura dell’epigrafe di Atina nell’estate del 315. Si è esaminato anche il problema del consolato eponimo di Vettius Rufinus, concludendo che egli fu console ordinario nel 316, ma non nel 323. L’esame delle coppie eponime di questi due anni, e il confronto con quelle di altri anni tra II e IV secolo, ha permesso di ipotizzare un cambiamento importante dei criteri di precedenza nella coppia dei consoli ordinari di ciascun anno : dal criterio basato sull’anteriorità nell’accesso al primo consolato (l’anteriorità, cioè, nell’ingresso fra i consolari), che costituisce la prassi altoimperiale, si passò alla precedenza basata sulla preminenza della carica rivestita dal console al momento della promozione al consolato ordinario, sistema che si radicò in età tardoantica e che è riflesso nella struttura della Notitia Dignitatum. Questo cambiamento potrebbe essersi verificato negli anni 326-328, all’epoca della riforma costantiniana della prefettura del pretorio, certamente dopo il consolato ordinario di Vettius Rufinus.
Porena, P. (2005). Problemi di cronologia costantiniana. L’imperatore, Vettius Rufinus e il senato. ANTIQUITÉ TARDIVE, 13, 205-246.
Problemi di cronologia costantiniana. L’imperatore, Vettius Rufinus e il senato
PORENA, PIERFRANCESCO
2005-01-01
Abstract
L’analisi della subscriptio di Codex Theodosianus VIII, 18, 1, una lettera di Costantino al senato e ai magistrati di Roma, e l’esame del contesto storico e cronologico in cui fu redatta e letta, mostra che il Vettius Rufinus, lettore dell’epistola in senato, non era il prefetto urbano in carica, ma un ex prefetto urbano ed ex console ordinario. La lettera non risale dunque al luglio-settembre del 315, come da lungo tempo ipotizzato, ma all’estate del 318. Lo studio della cronologia dell’epistola confluita in Codex Theodosianus VIII, 18, 1 ha richiesto la ricostruzione della serie delle costituzioni di Costantino emesse nell’anno 318, quando il principe si trattenne a lungo ad Aquileia. Il criterio di scelta del lettore della lettera imperiale al senato (un ex prefetto urbano ed ex console) ha imposto il riesame dei criteri di presidenza e di lettura di documenti nelle riunioni della curia di Roma tra l’età altoimperiale e l’età tardoantica. Tra la fine del III e gli inizi del IV secolo il senato non fu più convocato e presieduto dai consoli, ma dal prefetto urbano. Tuttavia il prefetto urbano di norma non leggeva in età tardoantica le comunicazioni indirizzate dall’imperatore al senato. Il confronto con altre lettere imperiali indirizzate al senato, lette dai principes senatus tardoantichi, mostra che la lettura di documenti dell’imperatore all’assemblea divenne, dal III secolo, un privilegio e un importante segno di distinzione per i senatori più illustri assisi nella curia. Quasi mai il prefetto urbano era il senatore più importante presente alla seduta. Lo studio della carriera di Vettius Rufinus conferma il rilievo del senatore nel 318, e il suo diritto a leggere la lettera imperiale all’assemblea. La ricostruzione del suo cursus honorum, noto grazie a una celebre iscrizione di Atina (Corpus Inscriptionum Latinarum X, 5061 = Inscriptiones Latinae Selectae 1217), ha permesso di concludere che il senatore rivestì effettivamente un proconsolato di Acaia, forse l’ultimo ancora sorteggiato secondo la prassi tradizionale in senato, di redistribuire in modo cronologicamente più equilibrato la sua carriera, e di ipotizzare una stesura dell’epigrafe di Atina nell’estate del 315. Si è esaminato anche il problema del consolato eponimo di Vettius Rufinus, concludendo che egli fu console ordinario nel 316, ma non nel 323. L’esame delle coppie eponime di questi due anni, e il confronto con quelle di altri anni tra II e IV secolo, ha permesso di ipotizzare un cambiamento importante dei criteri di precedenza nella coppia dei consoli ordinari di ciascun anno : dal criterio basato sull’anteriorità nell’accesso al primo consolato (l’anteriorità, cioè, nell’ingresso fra i consolari), che costituisce la prassi altoimperiale, si passò alla precedenza basata sulla preminenza della carica rivestita dal console al momento della promozione al consolato ordinario, sistema che si radicò in età tardoantica e che è riflesso nella struttura della Notitia Dignitatum. Questo cambiamento potrebbe essersi verificato negli anni 326-328, all’epoca della riforma costantiniana della prefettura del pretorio, certamente dopo il consolato ordinario di Vettius Rufinus.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.