In questo articolo cerchiamo di fornire un esemplare (in senso kuhniano) di sintesi tra scienza cognitiva e psichiatria. Nella prima parte sosteniamo che l’ipotesi del carattere modulare dell’architettura della mente costituisce un quadro di riferimento fondamentale per la psichiatria, essendo possibile costruire su di essa una tassonomia dei disturbi psichici alternativa a quella del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Forti di questo quadro di riferimento, passeremo a esaminare un (probabilmente «il») caso esemplare di interazione «coevolutiva» fra scienza cognitiva e psichiatria: la costruzione di modelli dell’autismo e della schizofrenia in seno alla Theory of Mind. Vedremo allora come situare nell’ambito della riforma modularista della tassonomia psichiatrica l’interpretazione di disturbi quali autismo e schizofrenia come deficit metarappresentazionali. E vedremo anche come questa interpretazione ha dato origine a un nuovo approccio cognitivo a tali disturbi e, viceversa, lo studio di questi disturbi psichici ha contribuito allo sviluppo di una comprensione a grana più fine del concetto di metarappresentazione.
Marraffa, M., Meini, C. (2004). Verso una psichiatria cognitiva. SISTEMI INTELLIGENTI, 16(2), 159-184 [10.1422/14164].
Verso una psichiatria cognitiva
MARRAFFA, MASSIMO;
2004-01-01
Abstract
In questo articolo cerchiamo di fornire un esemplare (in senso kuhniano) di sintesi tra scienza cognitiva e psichiatria. Nella prima parte sosteniamo che l’ipotesi del carattere modulare dell’architettura della mente costituisce un quadro di riferimento fondamentale per la psichiatria, essendo possibile costruire su di essa una tassonomia dei disturbi psichici alternativa a quella del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Forti di questo quadro di riferimento, passeremo a esaminare un (probabilmente «il») caso esemplare di interazione «coevolutiva» fra scienza cognitiva e psichiatria: la costruzione di modelli dell’autismo e della schizofrenia in seno alla Theory of Mind. Vedremo allora come situare nell’ambito della riforma modularista della tassonomia psichiatrica l’interpretazione di disturbi quali autismo e schizofrenia come deficit metarappresentazionali. E vedremo anche come questa interpretazione ha dato origine a un nuovo approccio cognitivo a tali disturbi e, viceversa, lo studio di questi disturbi psichici ha contribuito allo sviluppo di una comprensione a grana più fine del concetto di metarappresentazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.