Il saggio si è confrontato con la produzione lirica e narrativa di Kathrin Schmidt, soffermandosi sulle più importanti tematiche della sua opera, tra cui: i limiti imposti alla libertà individuale in un sistema totalitario come la ex-DDR, ma anche il carattere traumatico della riunificazione. L’esperienza di confine, il sentimento di crisi e di perdita d’identità, denunciati attraverso un uso inconsueto della lingua sono alla base della lirica degli anni novanta (Flußbild mit Engel, 1995), si ripresentano nella raccolta di liriche GO-IN der Belladonnen (2002), e acquistano ampiezza epica nei quattro romanzi pubblicato con cadenza quinquennale. A partire dalla saga familiare Die Gunnar-Lennnefsen-Expedition (1998), l’autrice traccia il travagliato percorso del tramonto della ex-Germania dell’ Est, rappresentato in tutte le sue fatali conseguenze. Mentre in Koenigs Kinder (2002) e Seebachs Schwarze Katzen (2005) si racconta di esistenze spezzate, di rapporti corrotti e di come gli spettri del passato affiorino dolorosamente nella memoria del presente, nel suo ultimo romanzo Du stirbst nicht (2009) si apre uno spiraglio di speranza e ‘guarigione’.
Weidenhiller, U.C. (2010). «unterm gedächtnis gefangen»: Kathrin Schmidt tra memoria e oblio. CULTURA TEDESCA, 38, 165-174.
«unterm gedächtnis gefangen»: Kathrin Schmidt tra memoria e oblio
WEIDENHILLER, Ute Christiane
2010-01-01
Abstract
Il saggio si è confrontato con la produzione lirica e narrativa di Kathrin Schmidt, soffermandosi sulle più importanti tematiche della sua opera, tra cui: i limiti imposti alla libertà individuale in un sistema totalitario come la ex-DDR, ma anche il carattere traumatico della riunificazione. L’esperienza di confine, il sentimento di crisi e di perdita d’identità, denunciati attraverso un uso inconsueto della lingua sono alla base della lirica degli anni novanta (Flußbild mit Engel, 1995), si ripresentano nella raccolta di liriche GO-IN der Belladonnen (2002), e acquistano ampiezza epica nei quattro romanzi pubblicato con cadenza quinquennale. A partire dalla saga familiare Die Gunnar-Lennnefsen-Expedition (1998), l’autrice traccia il travagliato percorso del tramonto della ex-Germania dell’ Est, rappresentato in tutte le sue fatali conseguenze. Mentre in Koenigs Kinder (2002) e Seebachs Schwarze Katzen (2005) si racconta di esistenze spezzate, di rapporti corrotti e di come gli spettri del passato affiorino dolorosamente nella memoria del presente, nel suo ultimo romanzo Du stirbst nicht (2009) si apre uno spiraglio di speranza e ‘guarigione’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.