L'area I del complesso catacombale callistiano, sistematicamente recuperata da Giovanni Battista de Rossi negli anni centrali dell' '800 e studiata nel dettaglio topografico da Paul Styger, ha proposto all'attenzione degli iconografi, a cominciare da Joseph Wilpert, le decorazioni pittoriche catacombali più antiche. Le linee rosso-verdi, intercettate, in piccole porzioni, nella cripta dei papi, interessano le pareti e le volte dei cubicoli dei Sacramenti che, negli spazi di risulta, presentano le più antiche scene cristiane, riferibili (nei cubicoli A2 e A3) agli anni '30 e '40 del III secolo, mentre i cubicoli più tardi sfiorano gli anni '60 del secolo. Alla luce degli ultimi restauri è più chiara l'ideologia della committenza, da riconoscere, con ogni probabilità, con l'entourage ecclesiastico più aggiornato. I pittori realizzano i desiderata della committenza, recuperando antichi schemi iconografici e mettendo in codice nuove espressioni figurative. Le immagini dei pastori, dei filosofi, dei pescatori, delle stagioni, dei volatili si allacciano alle prime scene di banchetto, alle figure dei fossori, alle storie di Giona, di Lazzaro, del miracolo della fonte, del sacrificio di Isacco, del paralitico. Tali scene, che tornano anche nell'area di Lucina, sempre nel comprensorio callistiano, rappresentano dei soraprendenti riscontri con altri monumenti iconografici del Mediterraneo tardoantico: da Dura Europos a Napoli, da Cimitile a Cagliari.
Bisconti, F. (2009). L1-L2, A1-A6, x-y, c-e. Relitti iconografici e nuovi tracciati figurativi delle origini della pittura catacombale romana. RIVISTA DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA, 7-54.
L1-L2, A1-A6, x-y, c-e. Relitti iconografici e nuovi tracciati figurativi delle origini della pittura catacombale romana
BISCONTI, FABRIZIO
2009-01-01
Abstract
L'area I del complesso catacombale callistiano, sistematicamente recuperata da Giovanni Battista de Rossi negli anni centrali dell' '800 e studiata nel dettaglio topografico da Paul Styger, ha proposto all'attenzione degli iconografi, a cominciare da Joseph Wilpert, le decorazioni pittoriche catacombali più antiche. Le linee rosso-verdi, intercettate, in piccole porzioni, nella cripta dei papi, interessano le pareti e le volte dei cubicoli dei Sacramenti che, negli spazi di risulta, presentano le più antiche scene cristiane, riferibili (nei cubicoli A2 e A3) agli anni '30 e '40 del III secolo, mentre i cubicoli più tardi sfiorano gli anni '60 del secolo. Alla luce degli ultimi restauri è più chiara l'ideologia della committenza, da riconoscere, con ogni probabilità, con l'entourage ecclesiastico più aggiornato. I pittori realizzano i desiderata della committenza, recuperando antichi schemi iconografici e mettendo in codice nuove espressioni figurative. Le immagini dei pastori, dei filosofi, dei pescatori, delle stagioni, dei volatili si allacciano alle prime scene di banchetto, alle figure dei fossori, alle storie di Giona, di Lazzaro, del miracolo della fonte, del sacrificio di Isacco, del paralitico. Tali scene, che tornano anche nell'area di Lucina, sempre nel comprensorio callistiano, rappresentano dei soraprendenti riscontri con altri monumenti iconografici del Mediterraneo tardoantico: da Dura Europos a Napoli, da Cimitile a Cagliari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.