The contemporary growing investment in non-lethal weapons technology and the rapid advance in science and technology pose significant challenges to the object and purpose of the disarmament system based on the conventions on chemical and biological weapons. The paper discusses whether the present revolution in the life sciences might lead States to skirt the so-called General Purpose Criterion included in both the conventions, which assures a comprehensive approach towards biochemical disarmament. The issue of the use of riot control agents and incapacitants arises in this context. It is important to stress that they belong to different classes of agents: while the former are designed to produce local sensory irritant effects, the latter target the human nervous system and other physiological systems. The paper finally addresses the complex problem of the non-prohibited purposes under the CWC, by dealing with the following two questions: whether it is permissible to use riot control agents in a time of armed conflict and whether other chemical agents, apart from riot control agents, can be lawfully used for law enforcement. The analysis conducted here confirms the continuing relevance of legal interpretation in solving the ambiguities of the current non-proliferation debate: the conclusion is that incapacitating agents do not satisfy the qualitative and quantitative requirements for the purpose of ‘law enforcement’

I crescenti investimenti odierni nella tecnologia militare non letale e il rapido avanzamento della scienza pongono una significativa sfida all’oggetto e allo scopo del sistema di disarmo fondato sui trattati sulle armi chimiche e biologiche. L’articolo discute se la rivoluzione in atto nelle scienze della vita possa indurre gli Stati ad aggirare il c.d. General Purpose Criterion, incluso in ambedue le convenzioni, che assicura un approccio globale al disarmo biochimico. Emerge in questo contesto la questione dell’utilizzo di agenti chimici antisommossa e degli incapacitanti. E’ importante sottolineare che essi appartengono a due classi distinte di agenti chimici: laddove i primi producono effetti irritanti, i secondi colpiscono il sistema nervoso centrale. L’articolo affronta il complesso problema degli usi non proibiti dalla Convenzione sul disarmo chimico, tentato di rispondere a due quesiti: se sia ammesso l’uso di agenti antisommossa nel corso di un conflitto armato e se altri agenti chimici possano essere ugualmente utilizzati per il controllo dell’ordine pubblico. L’analisi condotta conferma la rilevanza dell’interpretazione giuridica nel risolvere le ambiguità sorte nel presente dibattito sulla non-proliferazione. La conclusione è che gli agenti incapacitanti non soddisfino i criteri quantitativi e qualitativi per le finalità di controllo dell’ordine pubblico.

Sossai, M. (2010). Drugs as Weapons: Disarmament Treaties Facing the Advances in Biochemistry and Non-Lethal Weapons Technology. JOURNAL OF CONFLICT AND SECURITY LAW, 15, 5-24 [10.1093/jcsl/krq004].

Drugs as Weapons: Disarmament Treaties Facing the Advances in Biochemistry and Non-Lethal Weapons Technology

SOSSAI, MIRKO
2010-01-01

Abstract

The contemporary growing investment in non-lethal weapons technology and the rapid advance in science and technology pose significant challenges to the object and purpose of the disarmament system based on the conventions on chemical and biological weapons. The paper discusses whether the present revolution in the life sciences might lead States to skirt the so-called General Purpose Criterion included in both the conventions, which assures a comprehensive approach towards biochemical disarmament. The issue of the use of riot control agents and incapacitants arises in this context. It is important to stress that they belong to different classes of agents: while the former are designed to produce local sensory irritant effects, the latter target the human nervous system and other physiological systems. The paper finally addresses the complex problem of the non-prohibited purposes under the CWC, by dealing with the following two questions: whether it is permissible to use riot control agents in a time of armed conflict and whether other chemical agents, apart from riot control agents, can be lawfully used for law enforcement. The analysis conducted here confirms the continuing relevance of legal interpretation in solving the ambiguities of the current non-proliferation debate: the conclusion is that incapacitating agents do not satisfy the qualitative and quantitative requirements for the purpose of ‘law enforcement’
2010
I crescenti investimenti odierni nella tecnologia militare non letale e il rapido avanzamento della scienza pongono una significativa sfida all’oggetto e allo scopo del sistema di disarmo fondato sui trattati sulle armi chimiche e biologiche. L’articolo discute se la rivoluzione in atto nelle scienze della vita possa indurre gli Stati ad aggirare il c.d. General Purpose Criterion, incluso in ambedue le convenzioni, che assicura un approccio globale al disarmo biochimico. Emerge in questo contesto la questione dell’utilizzo di agenti chimici antisommossa e degli incapacitanti. E’ importante sottolineare che essi appartengono a due classi distinte di agenti chimici: laddove i primi producono effetti irritanti, i secondi colpiscono il sistema nervoso centrale. L’articolo affronta il complesso problema degli usi non proibiti dalla Convenzione sul disarmo chimico, tentato di rispondere a due quesiti: se sia ammesso l’uso di agenti antisommossa nel corso di un conflitto armato e se altri agenti chimici possano essere ugualmente utilizzati per il controllo dell’ordine pubblico. L’analisi condotta conferma la rilevanza dell’interpretazione giuridica nel risolvere le ambiguità sorte nel presente dibattito sulla non-proliferazione. La conclusione è che gli agenti incapacitanti non soddisfino i criteri quantitativi e qualitativi per le finalità di controllo dell’ordine pubblico.
Sossai, M. (2010). Drugs as Weapons: Disarmament Treaties Facing the Advances in Biochemistry and Non-Lethal Weapons Technology. JOURNAL OF CONFLICT AND SECURITY LAW, 15, 5-24 [10.1093/jcsl/krq004].
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