Il gusto di riprendere espressioni e concetti di derivazione poetica, giustifica una lettura dei testi di Cicerone sensibile a cogliere memorie, riusi e rielaborazioni parafrastiche di luoghi poetici altrimenti noti, o a sospettare presenze per le quali la tradizione non ci offre altri riscontri. Nel presente lavoro si propone l’individuazione e una breve valutazione di due casi di presenze in vario modo allusive, nella prosa ciceroniana, di poeti arcaici, non ancora notate: Enn. ann. 234sgg. V.2 (= 268sgg. Sk.) e Cic. Att. 1,18; Cic. Cael. 37 e Com. inc. inc. 51 sgg. R.3, il cui autore potrebbe essere verosimilmente Cecilio Stazio.
DE NONNO, M. (2008). Due casi di allusività ciceroniana. INCONTRI TRIESTINI DI FILOLOGIA CLASSICA, 6, 299-311.
Due casi di allusività ciceroniana
DE NONNO, Mario
2008-01-01
Abstract
Il gusto di riprendere espressioni e concetti di derivazione poetica, giustifica una lettura dei testi di Cicerone sensibile a cogliere memorie, riusi e rielaborazioni parafrastiche di luoghi poetici altrimenti noti, o a sospettare presenze per le quali la tradizione non ci offre altri riscontri. Nel presente lavoro si propone l’individuazione e una breve valutazione di due casi di presenze in vario modo allusive, nella prosa ciceroniana, di poeti arcaici, non ancora notate: Enn. ann. 234sgg. V.2 (= 268sgg. Sk.) e Cic. Att. 1,18; Cic. Cael. 37 e Com. inc. inc. 51 sgg. R.3, il cui autore potrebbe essere verosimilmente Cecilio Stazio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.