Dopo aver brevemente ripercorso le vicende legate alla riscoperta dei 'Geografi latini minori' in Italia, con particolare attenzione al ruolo svolto in tal senso da Francesco Petrarca, il contrbuto si concentra sulle note di lettura presenti nei margini di due manoscritti del 'De chorographia' di Pomponio Mela: il Parigino latino 4832 (XIVex.–XVin.) e il Ravennate Classense 279 (1448-1489). Si tratta di codici gemelli derivati da un perduto esemplare trecentesco, da cui i due manoscritti hanno ereditato il medesimo "corpus" di glosse. Tale "corpus" di annotazioni era stato attribuito da Giuseppe Billanovich a Guglielmo da Pastrengo (amico veronese di Petrarca). Attraverso dettagliati riscontri testuali, si mostra come le postille in questione risultino in parte effettivamente collegabili all’attività letteraria di Guglielmo da Pastrengo, ma anche come, in alcuni casi, esse presentino legami particolarmente significativi con opere e annotazioni autografe di Petrarca. Anche a partire dal dato che, come sottolineato dallo stesso Billanovich, con ogni probabilità Guglielmo da Pastrengo conobbe l’opera di Mela proprio attraverso un manoscritto passatogli da Petrarca, si ipotizza quindi che il perduto antigrafo del Par. lat. 4832 e del Rav. Class. 279 contenesse annotazioni di entrambi gli autori (passate poi indistintamente nei due apografi). Il contributo è accompagnato da tavole con riproduzioni dei manoscritti esaminati.

Fiorilla, M. (2008). Postille a Pomponio Mela tra Petrarca e Guglielmo da Pastrengo. L’ ELLISSE, III, 11-25.

Postille a Pomponio Mela tra Petrarca e Guglielmo da Pastrengo

FIORILLA, Maurizio
2008-01-01

Abstract

Dopo aver brevemente ripercorso le vicende legate alla riscoperta dei 'Geografi latini minori' in Italia, con particolare attenzione al ruolo svolto in tal senso da Francesco Petrarca, il contrbuto si concentra sulle note di lettura presenti nei margini di due manoscritti del 'De chorographia' di Pomponio Mela: il Parigino latino 4832 (XIVex.–XVin.) e il Ravennate Classense 279 (1448-1489). Si tratta di codici gemelli derivati da un perduto esemplare trecentesco, da cui i due manoscritti hanno ereditato il medesimo "corpus" di glosse. Tale "corpus" di annotazioni era stato attribuito da Giuseppe Billanovich a Guglielmo da Pastrengo (amico veronese di Petrarca). Attraverso dettagliati riscontri testuali, si mostra come le postille in questione risultino in parte effettivamente collegabili all’attività letteraria di Guglielmo da Pastrengo, ma anche come, in alcuni casi, esse presentino legami particolarmente significativi con opere e annotazioni autografe di Petrarca. Anche a partire dal dato che, come sottolineato dallo stesso Billanovich, con ogni probabilità Guglielmo da Pastrengo conobbe l’opera di Mela proprio attraverso un manoscritto passatogli da Petrarca, si ipotizza quindi che il perduto antigrafo del Par. lat. 4832 e del Rav. Class. 279 contenesse annotazioni di entrambi gli autori (passate poi indistintamente nei due apografi). Il contributo è accompagnato da tavole con riproduzioni dei manoscritti esaminati.
2008
Fiorilla, M. (2008). Postille a Pomponio Mela tra Petrarca e Guglielmo da Pastrengo. L’ ELLISSE, III, 11-25.
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