Bessarion’s funeral verses, dedicated to Cleopa Malatesta, Theodore II Palaeologus’ wife, who died prematurely of mysterious causes and was buried at Mystras, are the starting point for the analysis of an archaeological mystery which has been solved only in part. After Maurice Barrès’ haphazard inspection of the site in 1900, the excavations carried out in the 1950s by Nikolaos Drandakis brought to light the half-mummified remains of an elegantly dressed, female cadaver. Paleo-anthropological analyses and, more importantly, analysis of the fragments of clothing and their fabric (conducted in Geneva in 1999/2000 by an interdisciplinary team under the direction of Marielle Martiniani-Reber) established the composition, provenance, and date of the garment worn at the time of burial and confirmed the possibility — already tentatively posited by the author – of an identification of the so-called “Mystras mummy” with Cleopa or one of her ladies-in-waiting. In any case, the Western style of dress is evidence of the genealogical graft of the Italian aristocracy on the last Byzantine court.

I versi funebri di Bessarione dedicati a Cleopa Malatesta, consorte di Teodoro II Paleologo, prematuramente deceduta per cause misteriose e sepolta a Mistrà, costituiscono lo spunto per l’analisi di un mistero archeologico solo parzialmente svelato. Dopo la prima casuale ispezione del sito da parte di Maurice Barrès nel 1900, la campagna di scavi condotta negli anni Cinquanta da Nikolaos Drandakis ha portato alla luce i resti semi-mummificati di un cadavere femminile elegantemente abbigliato. Le analisi paleoantropologiche ma soprattutto quelle dei frammenti dell’insieme vestimentario e in particolare quelle sui tessuti (compiute a Ginevra nel 1999/2000 dall’équipe multidisciplinare diretta da Marielle Martiniani-Reber) hanno permesso di comprendere composizione, provenienza e datazione dell’abito indossato al momento della sepoltura, e hanno confermato la possibilità — già avanzata dall’autrice e comunque non priva di interrogativi – di un’identificazione della cosiddetta “mummia di Mistrà” con Cleopa stessa o con una delle damigelle del suo seguito. La foggia occidentale dell’abito testimonia in ogni caso l’innesto genealogico dell’aristocrazia italiana nell’ultima corte bizantina.

Ronchey, S. (2001). La “mummia” di Mistrà. Bessarione, Cleopa Malatesta e un abito di damasco veneziano. THESAURISMATA, 31, 75-89.

La “mummia” di Mistrà. Bessarione, Cleopa Malatesta e un abito di damasco veneziano

RONCHEY, SILVIA
2001-01-01

Abstract

Bessarion’s funeral verses, dedicated to Cleopa Malatesta, Theodore II Palaeologus’ wife, who died prematurely of mysterious causes and was buried at Mystras, are the starting point for the analysis of an archaeological mystery which has been solved only in part. After Maurice Barrès’ haphazard inspection of the site in 1900, the excavations carried out in the 1950s by Nikolaos Drandakis brought to light the half-mummified remains of an elegantly dressed, female cadaver. Paleo-anthropological analyses and, more importantly, analysis of the fragments of clothing and their fabric (conducted in Geneva in 1999/2000 by an interdisciplinary team under the direction of Marielle Martiniani-Reber) established the composition, provenance, and date of the garment worn at the time of burial and confirmed the possibility — already tentatively posited by the author – of an identification of the so-called “Mystras mummy” with Cleopa or one of her ladies-in-waiting. In any case, the Western style of dress is evidence of the genealogical graft of the Italian aristocracy on the last Byzantine court.
2001
I versi funebri di Bessarione dedicati a Cleopa Malatesta, consorte di Teodoro II Paleologo, prematuramente deceduta per cause misteriose e sepolta a Mistrà, costituiscono lo spunto per l’analisi di un mistero archeologico solo parzialmente svelato. Dopo la prima casuale ispezione del sito da parte di Maurice Barrès nel 1900, la campagna di scavi condotta negli anni Cinquanta da Nikolaos Drandakis ha portato alla luce i resti semi-mummificati di un cadavere femminile elegantemente abbigliato. Le analisi paleoantropologiche ma soprattutto quelle dei frammenti dell’insieme vestimentario e in particolare quelle sui tessuti (compiute a Ginevra nel 1999/2000 dall’équipe multidisciplinare diretta da Marielle Martiniani-Reber) hanno permesso di comprendere composizione, provenienza e datazione dell’abito indossato al momento della sepoltura, e hanno confermato la possibilità — già avanzata dall’autrice e comunque non priva di interrogativi – di un’identificazione della cosiddetta “mummia di Mistrà” con Cleopa stessa o con una delle damigelle del suo seguito. La foggia occidentale dell’abito testimonia in ogni caso l’innesto genealogico dell’aristocrazia italiana nell’ultima corte bizantina.
Ronchey, S. (2001). La “mummia” di Mistrà. Bessarione, Cleopa Malatesta e un abito di damasco veneziano. THESAURISMATA, 31, 75-89.
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