Edoardo Boutet denunzia nel 1899 lo stato in cui versa il ballo al teatro Costanzi, lanciando accorati appelli per la crescita della “coltura” anche delle ballerine. Nel narrare la forzata e dolorosa emigrazione lungo le direttrici del potere economico e politico in Europa e in America, si focalizzano i diversi destini del piccolo mondo di agenti e ballerine che gravitava attorno al teatro alla Scala di Milano e dei Teatri Imperiali Russi che allora entravano nell’era di massimo splendore che si manifesta nella magnificenza con cui accoglie le étoiles ospiti. Boutet ammette il primato di Virginia Zucchi, “la danzatrice e l’attrice”, quindi, adombrando il dubbio di un confine tra i due campi, la citerà risolutamente come “attrice”. La fama internazionale e duratura le verrà tuttavia dagli artisti russi, maxime da il giovane Konstantin S. Alekseev, il futuro Stanislavskij, che l’artista italiana incontrerà a Mosca negli anni del suo primo soggiorno in città (1885–1888).
LO IACONO, C. (2012). Qui, oggi, ora. Il regista e le ballerine. In P.A. Veroli P. (a cura di), Passi, tracce, percorsi. Scritti sulla danza italiana in omaggio a José Sasportes (pp. 219-237). Roma : ARACNE editrice S.r.l..
Qui, oggi, ora. Il regista e le ballerine
LO IACONO, CONCETTA
2012-01-01
Abstract
Edoardo Boutet denunzia nel 1899 lo stato in cui versa il ballo al teatro Costanzi, lanciando accorati appelli per la crescita della “coltura” anche delle ballerine. Nel narrare la forzata e dolorosa emigrazione lungo le direttrici del potere economico e politico in Europa e in America, si focalizzano i diversi destini del piccolo mondo di agenti e ballerine che gravitava attorno al teatro alla Scala di Milano e dei Teatri Imperiali Russi che allora entravano nell’era di massimo splendore che si manifesta nella magnificenza con cui accoglie le étoiles ospiti. Boutet ammette il primato di Virginia Zucchi, “la danzatrice e l’attrice”, quindi, adombrando il dubbio di un confine tra i due campi, la citerà risolutamente come “attrice”. La fama internazionale e duratura le verrà tuttavia dagli artisti russi, maxime da il giovane Konstantin S. Alekseev, il futuro Stanislavskij, che l’artista italiana incontrerà a Mosca negli anni del suo primo soggiorno in città (1885–1888).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.