Nell’ambito della ricerca sull’agire linguistico il dibattito tra universalismo e relativismo è sempre stato vivace e caratterizzato da alterne fortune dell’una o dell’altra posizione secondo il luogo e il momento storico. Da un lato, i sostenitori della posizione universalista ritengono che i tipi di atti linguistici, le strategie per realizzarli, per comunicare cortesia e per modulare la forza degli enunciati siano essenzialmente gli stessi in tutte le lingue e culture; ciò che muta è solo l’uso appropriato di ogni strategia; dall’altro, chi sostiene la posizione relativista propende invece per una stretta connessione tra comportamento linguistico e valori culturali specifici: culture diverse trovano espressione in differenti sistemi di atti linguistici, e diversi sono gli atti che si radicano e, in una certa misura, diventano convenzionali nelle varie lingue. L’obiettivo del contributo non è quello di offrire una (improbabile) conciliazione tra le due posizioni, ma di presentare e discutere il problema con l’ausilio di esempi tratti da diverse lingue e culture, affrontandone le implicazioni nella pratica didattica nel contesto di classi plurilingui e pluriculturali.
Nuzzo, E. (2011). L’agire linguistico tra universali pragmatici e specificità culturali. In B.C.R. VALENTINI A (a cura di), Apprendere l'italiano da lingue lontane: prospettiva linguistica, pragmatica, educativa (pp. 139-155). PERUGIA : Guerra Edizioni.
L’agire linguistico tra universali pragmatici e specificità culturali
NUZZO, ELENA
2011-01-01
Abstract
Nell’ambito della ricerca sull’agire linguistico il dibattito tra universalismo e relativismo è sempre stato vivace e caratterizzato da alterne fortune dell’una o dell’altra posizione secondo il luogo e il momento storico. Da un lato, i sostenitori della posizione universalista ritengono che i tipi di atti linguistici, le strategie per realizzarli, per comunicare cortesia e per modulare la forza degli enunciati siano essenzialmente gli stessi in tutte le lingue e culture; ciò che muta è solo l’uso appropriato di ogni strategia; dall’altro, chi sostiene la posizione relativista propende invece per una stretta connessione tra comportamento linguistico e valori culturali specifici: culture diverse trovano espressione in differenti sistemi di atti linguistici, e diversi sono gli atti che si radicano e, in una certa misura, diventano convenzionali nelle varie lingue. L’obiettivo del contributo non è quello di offrire una (improbabile) conciliazione tra le due posizioni, ma di presentare e discutere il problema con l’ausilio di esempi tratti da diverse lingue e culture, affrontandone le implicazioni nella pratica didattica nel contesto di classi plurilingui e pluriculturali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.