I processi di globalizzazione in atto e la configurazione in senso multiculturale delle odierne società interrogano profondamente i sistemi educativi e formativi che devono oggi mirare alla formazione dei cittadini del mondo. Il volume affronta tali questioni soffermandosi sulla necessità di dotare di strumenti di interpretazione adeguati non solo i professionisti dell’educazione, ma tutti gli operatori sociali. La formazione interculturale degli insegnanti occupa, in tale prospettiva, un posto di tutto rilievo: è solo a partire da una corretta impostazione del lavoro educativo nella scuola che si può sperare di diffondere una sempre più necessaria “cultura della convivenza”. Non si tratta di un obiettivo facile: insegnanti ed educatori per primi sono chiamati a rimettere in discussione i propri paradigmi di riferimento con l’obiettivo di attenuare il tasso di etnocentrismo presente nel nostro sistema educativo. Insieme alla scuola, tuttavia, sono chiamati a collaborare anche tutti quegli operatori (autoctoni e/o migranti) che intenzionalmente o naturalmente (in ambito educativo, sociale o sanitario) svolgono una funzione educativa di mediazione interculturale: un processo di integrazione che non sia a senso unico chiede sia alle maggioranze sia alle minoranze di mettersi in discussione. Il volume si sofferma, infine, sul rapporto tra nuove tecnologie, diritto alla formazione e prospettive interculturali: solo un più equo e diffuso accesso al sapere potrà garantire la realizzazione di una società aperta, realmente democratica e solidale.
Fiorucci, M. (2011). Gli altri siamo noi. La formazione interculturale degli operatori dell'educazione. ROMA : Armando Editore.
Gli altri siamo noi. La formazione interculturale degli operatori dell'educazione
FIORUCCI, Massimiliano
2011-01-01
Abstract
I processi di globalizzazione in atto e la configurazione in senso multiculturale delle odierne società interrogano profondamente i sistemi educativi e formativi che devono oggi mirare alla formazione dei cittadini del mondo. Il volume affronta tali questioni soffermandosi sulla necessità di dotare di strumenti di interpretazione adeguati non solo i professionisti dell’educazione, ma tutti gli operatori sociali. La formazione interculturale degli insegnanti occupa, in tale prospettiva, un posto di tutto rilievo: è solo a partire da una corretta impostazione del lavoro educativo nella scuola che si può sperare di diffondere una sempre più necessaria “cultura della convivenza”. Non si tratta di un obiettivo facile: insegnanti ed educatori per primi sono chiamati a rimettere in discussione i propri paradigmi di riferimento con l’obiettivo di attenuare il tasso di etnocentrismo presente nel nostro sistema educativo. Insieme alla scuola, tuttavia, sono chiamati a collaborare anche tutti quegli operatori (autoctoni e/o migranti) che intenzionalmente o naturalmente (in ambito educativo, sociale o sanitario) svolgono una funzione educativa di mediazione interculturale: un processo di integrazione che non sia a senso unico chiede sia alle maggioranze sia alle minoranze di mettersi in discussione. Il volume si sofferma, infine, sul rapporto tra nuove tecnologie, diritto alla formazione e prospettive interculturali: solo un più equo e diffuso accesso al sapere potrà garantire la realizzazione di una società aperta, realmente democratica e solidale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.