IntroduzioneE’ generalmente riconosciuto ( Neimark,1975,1979; Kuhn,1979; Keating,1980 ) che la teoria di uno stadio delle “operazioni formali” come venne presentata da B.Inhelder e J. Piaget nel loro libro del 1955 ( trad. it. 1971) Dalla logica del fanciullo alla logica dell’adolescente rappresenta un contributo di fondamentale importanza dal punto di vista psicologico, in quanto è l’unica formulazione teorica esistente che rende conto delle modificazioni delle competenze cognitive posteriori all’infanzia. Molte di queste caratteristiche del pensiero adolescenziale non erano state messe in evidenza prima delle ricerche di Piaget e Inhelder ma da allora, come nota Kuhn (1979) “… la conoscenza delle trasformazioni cognitive che si manifestano per la prima volta durante l’adolescenza , secondo il modello piagetiano, è diventata essenziale per chi si occupa seriamente di adolescenti o più generalmente di sviluppo cognitivo posteriore all’infanzia “. Successivamente la maggior parte delle ricerche condotte sui processi di pensiero durante l’adolescenza hanno avuto il paradigma piagetiano come punto di riferimento.I nuovi orientamenti cognitivi che si organizzano progressivamente durante l’adolescenza sono principalmente i seguenti :- un inserimento del possibile nei ragionamenti , con conseguente capacità di utilizzare e di formulare ipotesi per cui i ragionamenti diventano ipotetici-deduttivi e denotano una progressiva capacità di combinare idee e proposizioni;- l’ allargamento degli orizzonti mentali in tutte le direzioni e lo sviluppo di un interesse per problemi inattuali ; ciò consentirà agli adolescenti di diventare progettuali rispetto al proprio futuro;- la capacità di comprendere e anche di costruire teorie ;- l’interesse per il pensiero, proprio ed altrui, che innescherà una propensione all’introspezione, alla discussione, al confronto sociale e nello stesso tempo svilupperà il senso critico.ObiettivoNel contesto più ampio di un interesse per la relazione educativa con alunni adolescenti, che è stato già da noi affrontato in precedenti ricerche ( Amann Gainotti e Biasi, 2004), e poiché la relazione insegnanti-alunni si gioca in gran parte attorno alle prestazioni cognitive e alla capacità di apprendimento degli alunni, si è inteso indagare le nozioni e rappresentazioni che gli insegnanti di scuola secondaria hanno dei cambiamenti cognitivi che si producono durante l’adolescenza e le loroconoscenze circa le nuove potenzialità intellettive degli adolescenti rispetto ai bambini della fase precedente di sviluppo operatorio concreto, secondo il modello dello sviluppo cognitivo proposto da J. Piaget .MetodoSono state contattate diverse scuole secondarie superiori di Roma e provincia, in base a criteri casuali ( conoscenza dei Presidi o di alcuni insegnanti), vicinanza geografica ecc. proponendo agli insegnanti di rispondere ad un questionario sul tema “ I giovani oggi” . Il questionario era diviso in alcune sezioni. In una di queste sezioni si chiedeva di rispondere alla domanda aperta :“ Quali sono le sue impressioni a proposito delle caratteristiche cognitive dell’adolescente rispetto a quelle tipiche delle altre fasce di età? “I questionari distribuiti erano 300, ne sono ritornati indietro 140 , interamente , o parzialmente compilati.Alla risposta di cui sopra, fornita per iscritto è stato applicato un sistema di analisi e di codifica del contenuto che tiene conto sia della forma che del contenuto delle risposte.RisultatiComplessivamente i risultati ottenuti mostrano che gli insegnanti, nel rispondere tendono a non stabilire confronti tra l'adolescente e il bambino (come la domanda implicitamente richiedeva), ma tra l'adolescente e l'adulto, con il risultato che l'adolescente, rispetto all'adulto, risulta carente, difettoso e “mancante di ” tutta una serie di qualità e caratteristiche tipiche dell'età adulta. Questa posizione, facilmente rilevabile attraverso i dati quantitativi (53 /140 risposte in cui il pensiero adolescente viene descritto con caratteristiche negative e 25/140 in cui viene descritto con caratteristiche positive/negative), possiamo ipotizzare che inciderà in modo decisamente negativo sulla relazione educativa in quanto l'insegnante tenderà a svalorizzare e a criticare l'alunno, per i suoi difetti e mancanze, rispetto all' adulto, anziché apprezzare le sue nuove potenzialità cognitive rispetto alla fase di sviluppo precedente .
Amann, M. (2008). Le rappresentazioni relative alle caratteristiche cognitive degli adolescenti in insegnanti di scuola secondaria. SCIENZE DEL PENSIERO E DEL COMPORTAMENTO, 4, 2-8.
Le rappresentazioni relative alle caratteristiche cognitive degli adolescenti in insegnanti di scuola secondaria
AMANN, Merete
2008-01-01
Abstract
IntroduzioneE’ generalmente riconosciuto ( Neimark,1975,1979; Kuhn,1979; Keating,1980 ) che la teoria di uno stadio delle “operazioni formali” come venne presentata da B.Inhelder e J. Piaget nel loro libro del 1955 ( trad. it. 1971) Dalla logica del fanciullo alla logica dell’adolescente rappresenta un contributo di fondamentale importanza dal punto di vista psicologico, in quanto è l’unica formulazione teorica esistente che rende conto delle modificazioni delle competenze cognitive posteriori all’infanzia. Molte di queste caratteristiche del pensiero adolescenziale non erano state messe in evidenza prima delle ricerche di Piaget e Inhelder ma da allora, come nota Kuhn (1979) “… la conoscenza delle trasformazioni cognitive che si manifestano per la prima volta durante l’adolescenza , secondo il modello piagetiano, è diventata essenziale per chi si occupa seriamente di adolescenti o più generalmente di sviluppo cognitivo posteriore all’infanzia “. Successivamente la maggior parte delle ricerche condotte sui processi di pensiero durante l’adolescenza hanno avuto il paradigma piagetiano come punto di riferimento.I nuovi orientamenti cognitivi che si organizzano progressivamente durante l’adolescenza sono principalmente i seguenti :- un inserimento del possibile nei ragionamenti , con conseguente capacità di utilizzare e di formulare ipotesi per cui i ragionamenti diventano ipotetici-deduttivi e denotano una progressiva capacità di combinare idee e proposizioni;- l’ allargamento degli orizzonti mentali in tutte le direzioni e lo sviluppo di un interesse per problemi inattuali ; ciò consentirà agli adolescenti di diventare progettuali rispetto al proprio futuro;- la capacità di comprendere e anche di costruire teorie ;- l’interesse per il pensiero, proprio ed altrui, che innescherà una propensione all’introspezione, alla discussione, al confronto sociale e nello stesso tempo svilupperà il senso critico.ObiettivoNel contesto più ampio di un interesse per la relazione educativa con alunni adolescenti, che è stato già da noi affrontato in precedenti ricerche ( Amann Gainotti e Biasi, 2004), e poiché la relazione insegnanti-alunni si gioca in gran parte attorno alle prestazioni cognitive e alla capacità di apprendimento degli alunni, si è inteso indagare le nozioni e rappresentazioni che gli insegnanti di scuola secondaria hanno dei cambiamenti cognitivi che si producono durante l’adolescenza e le loroconoscenze circa le nuove potenzialità intellettive degli adolescenti rispetto ai bambini della fase precedente di sviluppo operatorio concreto, secondo il modello dello sviluppo cognitivo proposto da J. Piaget .MetodoSono state contattate diverse scuole secondarie superiori di Roma e provincia, in base a criteri casuali ( conoscenza dei Presidi o di alcuni insegnanti), vicinanza geografica ecc. proponendo agli insegnanti di rispondere ad un questionario sul tema “ I giovani oggi” . Il questionario era diviso in alcune sezioni. In una di queste sezioni si chiedeva di rispondere alla domanda aperta :“ Quali sono le sue impressioni a proposito delle caratteristiche cognitive dell’adolescente rispetto a quelle tipiche delle altre fasce di età? “I questionari distribuiti erano 300, ne sono ritornati indietro 140 , interamente , o parzialmente compilati.Alla risposta di cui sopra, fornita per iscritto è stato applicato un sistema di analisi e di codifica del contenuto che tiene conto sia della forma che del contenuto delle risposte.RisultatiComplessivamente i risultati ottenuti mostrano che gli insegnanti, nel rispondere tendono a non stabilire confronti tra l'adolescente e il bambino (come la domanda implicitamente richiedeva), ma tra l'adolescente e l'adulto, con il risultato che l'adolescente, rispetto all'adulto, risulta carente, difettoso e “mancante di ” tutta una serie di qualità e caratteristiche tipiche dell'età adulta. Questa posizione, facilmente rilevabile attraverso i dati quantitativi (53 /140 risposte in cui il pensiero adolescente viene descritto con caratteristiche negative e 25/140 in cui viene descritto con caratteristiche positive/negative), possiamo ipotizzare che inciderà in modo decisamente negativo sulla relazione educativa in quanto l'insegnante tenderà a svalorizzare e a criticare l'alunno, per i suoi difetti e mancanze, rispetto all' adulto, anziché apprezzare le sue nuove potenzialità cognitive rispetto alla fase di sviluppo precedente .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.