Il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, così come previsto dall’art. 3-ter del d.l. n. 211 del 2011, ruota essenzialmente attorno alla chiusura delle strutture esistenti sul territorio nazionale e alla loro sostituzione con le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS), secondo il duplice principio della “territorializzazione” e della “sanitarizzazione” nel trattamento dei soggetti ricoverati. Il nuovo sistema, ancora in corso di realizzazione, impone anzitutto di chiarire le possibili ripercussioni sulla responsabilità penale del medico psichiatra per fatti commessi dal paziente nelle nuove strutture a gestione sanitaria, al fine di evitare che, all’interno dello slabbrato contenitore della posizione di garanzia, si nascondano possibili e poco auspicabili ritorni a modelli di stampo custodialistico. L’ulteriore intervento del d.l. n. 52 del 2014 ha introdotto un termine massimo di durata per le misure di sicurezza detentive e nuove regole per l’accertamento della pericolosità sociale, sempre in riferimento al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o in casa di cura e di custodia. Le disposizioni in questione, oltre a incidere in maniera significativa su alcuni tratti fondamentali del sistema del doppio binario, si inseriscono nella più generale tendenza volta a favorire le dimissioni dei soggetti internati. Si tratta tuttavia di un processo che necessita anche di più ampi interventi strutturali, che, guardando al tessuto socio-sanitario esterno all’OPG-REMS, mirino anzitutto a un rafforzamento dei servizi territoriali di presa in carico.

Massaro, A. (2015). Sorvegliare, curare e non punire: l'eterna dialettica tra "cura" e "custodia" nel passaggio dagli ospedali psichiatrici giudiziari alle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza. RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE E DEL DIRITTO IN CAMPO SANITARIO(4), 1357-1391.

Sorvegliare, curare e non punire: l'eterna dialettica tra "cura" e "custodia" nel passaggio dagli ospedali psichiatrici giudiziari alle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza

MASSARO, ANTONELLA
2015-01-01

Abstract

Il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, così come previsto dall’art. 3-ter del d.l. n. 211 del 2011, ruota essenzialmente attorno alla chiusura delle strutture esistenti sul territorio nazionale e alla loro sostituzione con le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS), secondo il duplice principio della “territorializzazione” e della “sanitarizzazione” nel trattamento dei soggetti ricoverati. Il nuovo sistema, ancora in corso di realizzazione, impone anzitutto di chiarire le possibili ripercussioni sulla responsabilità penale del medico psichiatra per fatti commessi dal paziente nelle nuove strutture a gestione sanitaria, al fine di evitare che, all’interno dello slabbrato contenitore della posizione di garanzia, si nascondano possibili e poco auspicabili ritorni a modelli di stampo custodialistico. L’ulteriore intervento del d.l. n. 52 del 2014 ha introdotto un termine massimo di durata per le misure di sicurezza detentive e nuove regole per l’accertamento della pericolosità sociale, sempre in riferimento al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o in casa di cura e di custodia. Le disposizioni in questione, oltre a incidere in maniera significativa su alcuni tratti fondamentali del sistema del doppio binario, si inseriscono nella più generale tendenza volta a favorire le dimissioni dei soggetti internati. Si tratta tuttavia di un processo che necessita anche di più ampi interventi strutturali, che, guardando al tessuto socio-sanitario esterno all’OPG-REMS, mirino anzitutto a un rafforzamento dei servizi territoriali di presa in carico.
2015
Massaro, A. (2015). Sorvegliare, curare e non punire: l'eterna dialettica tra "cura" e "custodia" nel passaggio dagli ospedali psichiatrici giudiziari alle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza. RIVISTA ITALIANA DI MEDICINA LEGALE E DEL DIRITTO IN CAMPO SANITARIO(4), 1357-1391.
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