L'articolo parte dalla constatazione che nel nostro Paese anche i più recenti provvedimenti amministrativi sulla valutazione universitaria in generale e della ricerca in particolare rinviano a criteri, strumenti e procedure che garantiscono poco dell’affidabilità dei giudizi valutativi. Dopo oltre venti anni di proposte, discussioni, interventi legislativi e la pratica di un primo pur instabile Esercizio di valutazione, si è ancora lontani da una solida, diffusa cultura valutativa in grado di promuovere, non solo a livello politico, attività fondate sul piano scientifico e tecnico procedurale e condivisibili su quello deontologico e sociale. Il dibattito attuale sembra finalmente riscoprire, il rilievo dei fondamenti della valutazione. Nell’articolo si illustrano i più importanti principi docimologico-valutativi senza tener conto dei quali risulta difficile l'accreditamento d'ogni pur nobile azione valutativa. È dalla loro conoscenza e sulla loro base che, per esempio, ognuno potrebbe, dovrebbe, autonomamente valutare gli elementi costitutivi delle proposte operative - dall'impiego dell’IF e altri indici citazionali, alla classificazione di riviste e editori fino all'uso delle mediane. Questi elementi rappresentano un vero e proprio costrutto politico-culturale, perciò dall'analisi critica dei loro presupposti, della loro capacità effettiva di veicolare informazioni quali-quantitative sui requisiti di una ricerca e/o di una struttura scientifica affidabili, si può nei fatti migliorare e sistematizzare un utile processo valutativo.
Domenici, G. (2012). Cultura valutativa ed effetti sulla ricerca scientifica. PEDAGOGIA OGGI, 21-36.
Cultura valutativa ed effetti sulla ricerca scientifica
DOMENICI, Gaetano
2012-01-01
Abstract
L'articolo parte dalla constatazione che nel nostro Paese anche i più recenti provvedimenti amministrativi sulla valutazione universitaria in generale e della ricerca in particolare rinviano a criteri, strumenti e procedure che garantiscono poco dell’affidabilità dei giudizi valutativi. Dopo oltre venti anni di proposte, discussioni, interventi legislativi e la pratica di un primo pur instabile Esercizio di valutazione, si è ancora lontani da una solida, diffusa cultura valutativa in grado di promuovere, non solo a livello politico, attività fondate sul piano scientifico e tecnico procedurale e condivisibili su quello deontologico e sociale. Il dibattito attuale sembra finalmente riscoprire, il rilievo dei fondamenti della valutazione. Nell’articolo si illustrano i più importanti principi docimologico-valutativi senza tener conto dei quali risulta difficile l'accreditamento d'ogni pur nobile azione valutativa. È dalla loro conoscenza e sulla loro base che, per esempio, ognuno potrebbe, dovrebbe, autonomamente valutare gli elementi costitutivi delle proposte operative - dall'impiego dell’IF e altri indici citazionali, alla classificazione di riviste e editori fino all'uso delle mediane. Questi elementi rappresentano un vero e proprio costrutto politico-culturale, perciò dall'analisi critica dei loro presupposti, della loro capacità effettiva di veicolare informazioni quali-quantitative sui requisiti di una ricerca e/o di una struttura scientifica affidabili, si può nei fatti migliorare e sistematizzare un utile processo valutativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.