Questo articolo è dedicato a ripercorre uno dei tanti, preziosi, contributi scientifici che il Prof. Pietro Grilli di Cortona ci ha lasciato. Si tratta del volume Rivoluzioni e burocrazie. Continuità e mutamento negli Stati rivoluzionari (Grilli di Cortona 1991): un’opera che esprime perfettamente quella passione intellettuale per lo studio e la comprensione dei fenomeni della crisi e del passaggio di regime, destinata a caratterizzare la sua intera produzione scientifica. L’opera indaga il rapporto tra rivoluzioni e burocrazie in alcuni paesi, prescelti in base all’avvento di un processo rivoluzionario nel corso del Novecento: le rivoluzioni comuniste di Russia e Cina e quella nazista della Germania – le cosiddette “grandi rivoluzioni”, ché ripercussioni esse hanno avuto sulla sfera politica, economica e culturale dell’Europa e dell’Asia – e le quattro “piccole rivoluzioni” di Algeria, Cuba, Iran e Nicaragua. La prima tappa che la ricerca affronta è la definizione di rivoluzione, evento caratterizzato da tre elementi: il processo di transizione discontinua da un regime all’altro, la mobilitazione politica, la presenza della violenza. Tale inquadramento rende evidente la scelta del Prof. Grilli per quelle rivoluzioni che sono sfociate in autoritarismi e totalitarismi: le prime capaci di sovvertire l’ordine politico, le seconde di travolgere anche quello sociale. La seconda tappa del percorso di ricerca consiste nell’inquadramento del fenomeno rivoluzionario nell’ambito dello Stato moderno. Comincia, a questo punto, l’analisi dei singoli casi, che sfrutta al meglio i dati tratti dalla storia per ricostruire i cambiamenti delle burocrazie militari e civili nell’impatto con la rivoluzione. E’ con la storia e l’analisi comparata, scelte di metodo predilette, che il Prof. Grilli mette in luce un ulteriore tratto fondamentale del mutamento: esso non nasce nel vuoto, né risulta totalmente disancorato da un assetto pregresso. La discussione dei risultati è assegnata all’ultimo capitolo del volume. Emerge l’importanza di fattori come il cambiamento delle élites e la mobilità verso l’alto di ceti prima esclusi, le trasformazioni dell’apparato pubblico e l’eventuale ruolo centrale del partito unico, la mobilitazione politica e la politicizzazione della sfera sociale, la crescita dell’interventismo statale e del personale burocratico. Parimenti emerge il peso dello scenario pre-rivoluzionario, ma anche il ruolo dell’ideologia, il tipo di strutturazione dell’armata rivoluzionaria, il tipo di leadership (carismatica o meno), la presenza nella società di istituzioni capaci di frenare la spinta rivoluzionaria. Uno studio preziosissimo per comprendere, in contesti rivoluzionari e post-rivoluzionari, le caratteristiche del potere politico nelle sue articolazioni processuali e istituzionali.
Chiarini, R. (2017). The study of change and institutional persistence in 'Rivoluzioni e Burocrazie' by Pietro Grilli di Cortona. ITALIAN POLITICAL SCIENCE, 12(2), 33-37.
The study of change and institutional persistence in 'Rivoluzioni e Burocrazie' by Pietro Grilli di Cortona
CHIARINI, ROSALBA
2017-01-01
Abstract
Questo articolo è dedicato a ripercorre uno dei tanti, preziosi, contributi scientifici che il Prof. Pietro Grilli di Cortona ci ha lasciato. Si tratta del volume Rivoluzioni e burocrazie. Continuità e mutamento negli Stati rivoluzionari (Grilli di Cortona 1991): un’opera che esprime perfettamente quella passione intellettuale per lo studio e la comprensione dei fenomeni della crisi e del passaggio di regime, destinata a caratterizzare la sua intera produzione scientifica. L’opera indaga il rapporto tra rivoluzioni e burocrazie in alcuni paesi, prescelti in base all’avvento di un processo rivoluzionario nel corso del Novecento: le rivoluzioni comuniste di Russia e Cina e quella nazista della Germania – le cosiddette “grandi rivoluzioni”, ché ripercussioni esse hanno avuto sulla sfera politica, economica e culturale dell’Europa e dell’Asia – e le quattro “piccole rivoluzioni” di Algeria, Cuba, Iran e Nicaragua. La prima tappa che la ricerca affronta è la definizione di rivoluzione, evento caratterizzato da tre elementi: il processo di transizione discontinua da un regime all’altro, la mobilitazione politica, la presenza della violenza. Tale inquadramento rende evidente la scelta del Prof. Grilli per quelle rivoluzioni che sono sfociate in autoritarismi e totalitarismi: le prime capaci di sovvertire l’ordine politico, le seconde di travolgere anche quello sociale. La seconda tappa del percorso di ricerca consiste nell’inquadramento del fenomeno rivoluzionario nell’ambito dello Stato moderno. Comincia, a questo punto, l’analisi dei singoli casi, che sfrutta al meglio i dati tratti dalla storia per ricostruire i cambiamenti delle burocrazie militari e civili nell’impatto con la rivoluzione. E’ con la storia e l’analisi comparata, scelte di metodo predilette, che il Prof. Grilli mette in luce un ulteriore tratto fondamentale del mutamento: esso non nasce nel vuoto, né risulta totalmente disancorato da un assetto pregresso. La discussione dei risultati è assegnata all’ultimo capitolo del volume. Emerge l’importanza di fattori come il cambiamento delle élites e la mobilità verso l’alto di ceti prima esclusi, le trasformazioni dell’apparato pubblico e l’eventuale ruolo centrale del partito unico, la mobilitazione politica e la politicizzazione della sfera sociale, la crescita dell’interventismo statale e del personale burocratico. Parimenti emerge il peso dello scenario pre-rivoluzionario, ma anche il ruolo dell’ideologia, il tipo di strutturazione dell’armata rivoluzionaria, il tipo di leadership (carismatica o meno), la presenza nella società di istituzioni capaci di frenare la spinta rivoluzionaria. Uno studio preziosissimo per comprendere, in contesti rivoluzionari e post-rivoluzionari, le caratteristiche del potere politico nelle sue articolazioni processuali e istituzionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.