“Clio goes to Church”, riprende un articolo che esprime un invito rivolto ai sociologi della religione a usare il metodo storico , ma l’espressione significa anche interrogarsi sul metodo con cui la storia deve studiare la religione. Il seguente contributo trae infatti spunto da alcune domande relative alle ragioni per le quali è utile studiare i luoghi religiosi e in particolare al guadagno cui può portare una prospettiva storica: sono questi gli stimoli teorici cui è approdato un percorso inaugurato alcuni anni or sono da chi scrive con un gruppo di ricerca interdisciplinare che si è dedicato allo studio dei luoghi religiosi. È proprio dal confronto con specialisti di altre discipline che, oltre a un fecondo arricchimento e una reciproca contaminazione, sono sorte questioni capaci di mettere in discussione e sottoporre a critica severa il metodo e le domande della ricerca di ciascuno; nel mio caso, hanno indotto a interrogarsi sulle peculiarità dell’applicazione del metodo storico-religioso all’analisi dello spazio e dei luoghi. L’articolo è composto da tre sezioni: la prima è relativa alla centralità dei luoghi stessi e quindi si concentra sull’oggetto dello studio; la seconda offre alcune riflessioni di metodo sulla storia della storia delle religioni e della sociologia della religione, sui loro intrecci e sulle loro distanze; la terza sessione - infine - propone una descrizione delle ricadute da un punto di vista empirico, in particolare la definizione del contesto storico e sociale ricostruibile grazie allo studio dei luoghi.
Giorda, M.C. (2018). Clio goes to Church. Appunti su perché e come studiare i luoghi religiosi. In C.R. A. Saggioro (a cura di), Roma città plurale. Le religioni, il territorio, le ricerche (pp. 39-56). Roma : Bulzoni.
Clio goes to Church. Appunti su perché e come studiare i luoghi religiosi
Giorda M. C.
2018-01-01
Abstract
“Clio goes to Church”, riprende un articolo che esprime un invito rivolto ai sociologi della religione a usare il metodo storico , ma l’espressione significa anche interrogarsi sul metodo con cui la storia deve studiare la religione. Il seguente contributo trae infatti spunto da alcune domande relative alle ragioni per le quali è utile studiare i luoghi religiosi e in particolare al guadagno cui può portare una prospettiva storica: sono questi gli stimoli teorici cui è approdato un percorso inaugurato alcuni anni or sono da chi scrive con un gruppo di ricerca interdisciplinare che si è dedicato allo studio dei luoghi religiosi. È proprio dal confronto con specialisti di altre discipline che, oltre a un fecondo arricchimento e una reciproca contaminazione, sono sorte questioni capaci di mettere in discussione e sottoporre a critica severa il metodo e le domande della ricerca di ciascuno; nel mio caso, hanno indotto a interrogarsi sulle peculiarità dell’applicazione del metodo storico-religioso all’analisi dello spazio e dei luoghi. L’articolo è composto da tre sezioni: la prima è relativa alla centralità dei luoghi stessi e quindi si concentra sull’oggetto dello studio; la seconda offre alcune riflessioni di metodo sulla storia della storia delle religioni e della sociologia della religione, sui loro intrecci e sulle loro distanze; la terza sessione - infine - propone una descrizione delle ricadute da un punto di vista empirico, in particolare la definizione del contesto storico e sociale ricostruibile grazie allo studio dei luoghi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.