For the pedagogical point of view, current complexity is not the characteristic of an age to be observed in itself: complexity is a set of interconnected phenomena that belongs to all of us, and produces a concrete impact, demands multiple and never abstract requests that were never asked before, never hesitates. In concrete, it requires, to all of us, an articulated and contemporary use of technical and instrumental skills to change our lives and change ourselves, act and interact; it requires the differentiated and contemporary use of technical-instrumental and human skills to solve problems and foster creative solutions; it requires the use of linguistic and expressive competences to communicate on the basis of constantly updated codes and channels; it requires human skills necessary to overcome limits and borders, to reduce discomforts and pressures experienced in our lived times and in our lived space. This paper aims at observing complexity as a process or, better, as a set of processes that tirelessly, on the one hand, ask youngsters to take care of themselves and of their social and cultural interactions, and, on the other, ask all those who have an educational role to adopt a still more intense learner-centered approach.

Per il punto di vista pedagogico la complessità del presente non è la caratteristica di un’epoca da osservare per sé: la complessità è un insieme di fenomeni interconnessi che appartiene a tutti, nessuno escluso, e che produce un impatto concreto, pone richieste plurime e mai astratte mai poste prima, non ha mai esitazioni. Nel concreto, esige sia un uso articolato e contemporaneo di competenze tecnico-strumentali per cambiare e cambiarsi, agire e interagire, sia un uso differenziato e contemporaneo di competenze tecnico-strumentali e umane per risolvere problemi e proporre soluzioni creative, sia un uso di competenze linguistiche ed espressive per comunicare sulla base di codici e canali costantemente aggiornati, sia il possesso di competenze esclusivamente umane da utilizzare per superare limiti e confini, per ridurre il disagio della pressione vissuta in ogni tempo proprio e in ogni spazio proprio. Questo contributo ha l’obiettivo di osservare la complessità in quanto processo o, meglio, in quanto insieme di processi che senza sosta, da un lato, chiedono alle nuove generazioni di prendersi cura di loro stesse e delle loro interazioni sociali e culturali, e, dall’altro lato, chiedono a chiunque abbia un ruolo educativo di rendere ancora più intenso un approccio centrato su chi apprende.

Piccione, V.A. (2018). Per una pedagogia della cura, ovvero per una lettura pedagogica della complessità. CQIA RIVISTA, VIII(23), 138-144.

Per una pedagogia della cura, ovvero per una lettura pedagogica della complessità

Vincenzo A. Piccione
2018-01-01

Abstract

For the pedagogical point of view, current complexity is not the characteristic of an age to be observed in itself: complexity is a set of interconnected phenomena that belongs to all of us, and produces a concrete impact, demands multiple and never abstract requests that were never asked before, never hesitates. In concrete, it requires, to all of us, an articulated and contemporary use of technical and instrumental skills to change our lives and change ourselves, act and interact; it requires the differentiated and contemporary use of technical-instrumental and human skills to solve problems and foster creative solutions; it requires the use of linguistic and expressive competences to communicate on the basis of constantly updated codes and channels; it requires human skills necessary to overcome limits and borders, to reduce discomforts and pressures experienced in our lived times and in our lived space. This paper aims at observing complexity as a process or, better, as a set of processes that tirelessly, on the one hand, ask youngsters to take care of themselves and of their social and cultural interactions, and, on the other, ask all those who have an educational role to adopt a still more intense learner-centered approach.
2018
Per il punto di vista pedagogico la complessità del presente non è la caratteristica di un’epoca da osservare per sé: la complessità è un insieme di fenomeni interconnessi che appartiene a tutti, nessuno escluso, e che produce un impatto concreto, pone richieste plurime e mai astratte mai poste prima, non ha mai esitazioni. Nel concreto, esige sia un uso articolato e contemporaneo di competenze tecnico-strumentali per cambiare e cambiarsi, agire e interagire, sia un uso differenziato e contemporaneo di competenze tecnico-strumentali e umane per risolvere problemi e proporre soluzioni creative, sia un uso di competenze linguistiche ed espressive per comunicare sulla base di codici e canali costantemente aggiornati, sia il possesso di competenze esclusivamente umane da utilizzare per superare limiti e confini, per ridurre il disagio della pressione vissuta in ogni tempo proprio e in ogni spazio proprio. Questo contributo ha l’obiettivo di osservare la complessità in quanto processo o, meglio, in quanto insieme di processi che senza sosta, da un lato, chiedono alle nuove generazioni di prendersi cura di loro stesse e delle loro interazioni sociali e culturali, e, dall’altro lato, chiedono a chiunque abbia un ruolo educativo di rendere ancora più intenso un approccio centrato su chi apprende.
Piccione, V.A. (2018). Per una pedagogia della cura, ovvero per una lettura pedagogica della complessità. CQIA RIVISTA, VIII(23), 138-144.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/333703
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