La partecipazione dell'Italia al processo d'integrazione europea ha in larga parte influito sui più recenti processi di riforma degli Statuti regionali. A differenza delle Regioni ad autonomia speciale, i cui Statuti perseverano nella sostanziale assenza di previsioni in tema di partecipazione all'Unione europea, le Regioni ad autonomia ordinaria hanno nel tempo codificato nei propri Statuti strumenti e metodologie di adattamento al diritto europeo. Tali previsioni statutarie, adottate in seguito all'entrata in vigore della revisione costituzionale del Titolo V del 2001 e in linea di massima ispirate al modello di recepimento progressivamente perfezionato nella legislazione statale, riguardano in particolare la previsione – più o meno dettagliata – di meccanismi di adattamento periodico incentrati sullo strumento della legge regionale europea nonché, più in generale, sul potenziamento del ruolo delle Commissioni consiliari negli affari europei. Nonostante infatti i limiti e le carenze che emergono tanto in relazione alla normativa allestita nei singoli Statuti regionali, quanto sul piano della prassi applicativa che ne ha sovente disatteso la portata innovativa, l'introduzione negli ordinamenti regionali, mediante la fonte statutaria, di previsioni intese ad assicurare un recepimento della normativa europea periodico, consapevole e coerente con il processo ascendente di formazione del diritto dell'Unione europea, concorre comunque alla soddisfazione della fondamentale esigenza di un maggiore coinvolgimento delle autonomie regionali alla fase discendente del rapporto con l'Unione europea, rappresentando senz'altro una premessa ineludibile ai fini di una prospettiva di valorizzazione delle autonomie regionali nel contesto dell'ordinamento sovranazionale. Sotto quest'ultimo profilo, la definizione d'interventi in materia di recepimento del diritto europeo per il tramite di disposizioni di rango statutario può contribuire in maniera rilevante ad orientare l'attività delle Regioni verso forme di partecipazione più virtuose nel rapporto con le istituzioni ed il diritto europei.

Scarlatti, P. (2017). Partecipazione delle Regioni all’Unione europea e fonte statutaria ordinaria. Profili problematici. DIRITTI REGIONALI(III), 345-374.

Partecipazione delle Regioni all’Unione europea e fonte statutaria ordinaria. Profili problematici

Paolo Scarlatti
2017-01-01

Abstract

La partecipazione dell'Italia al processo d'integrazione europea ha in larga parte influito sui più recenti processi di riforma degli Statuti regionali. A differenza delle Regioni ad autonomia speciale, i cui Statuti perseverano nella sostanziale assenza di previsioni in tema di partecipazione all'Unione europea, le Regioni ad autonomia ordinaria hanno nel tempo codificato nei propri Statuti strumenti e metodologie di adattamento al diritto europeo. Tali previsioni statutarie, adottate in seguito all'entrata in vigore della revisione costituzionale del Titolo V del 2001 e in linea di massima ispirate al modello di recepimento progressivamente perfezionato nella legislazione statale, riguardano in particolare la previsione – più o meno dettagliata – di meccanismi di adattamento periodico incentrati sullo strumento della legge regionale europea nonché, più in generale, sul potenziamento del ruolo delle Commissioni consiliari negli affari europei. Nonostante infatti i limiti e le carenze che emergono tanto in relazione alla normativa allestita nei singoli Statuti regionali, quanto sul piano della prassi applicativa che ne ha sovente disatteso la portata innovativa, l'introduzione negli ordinamenti regionali, mediante la fonte statutaria, di previsioni intese ad assicurare un recepimento della normativa europea periodico, consapevole e coerente con il processo ascendente di formazione del diritto dell'Unione europea, concorre comunque alla soddisfazione della fondamentale esigenza di un maggiore coinvolgimento delle autonomie regionali alla fase discendente del rapporto con l'Unione europea, rappresentando senz'altro una premessa ineludibile ai fini di una prospettiva di valorizzazione delle autonomie regionali nel contesto dell'ordinamento sovranazionale. Sotto quest'ultimo profilo, la definizione d'interventi in materia di recepimento del diritto europeo per il tramite di disposizioni di rango statutario può contribuire in maniera rilevante ad orientare l'attività delle Regioni verso forme di partecipazione più virtuose nel rapporto con le istituzioni ed il diritto europei.
2017
Scarlatti, P. (2017). Partecipazione delle Regioni all’Unione europea e fonte statutaria ordinaria. Profili problematici. DIRITTI REGIONALI(III), 345-374.
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