Il tratto più significativo del processo privato romano arcaico è costituito dal collegamento della decisione della lite a un giudizio che aveva carattere religioso, in ragione della stretta correlazione del ius con il fas. Il termine ius esprime valori religiosi, quando è collegato con il fas che, in tale caso, indica l’approvazione divina di una condotta umana. Pertanto, la sentenza non verteva sulle ragioni giuridiche delle parti, ma doveva stabilire la conformità o meno al ius del sacramentum. Quest’ultimo era in origine un giuramento solenne che coincideva con un atto religioso, posto in essere da ciascuna parte, la quale realizzava in tal modo un contatto con la divinità e si rendeva partecipe della sua forza. Emerge dalle fonti come le legis actiones in rem e in personam delle origini fossero improntate a una struttura dove la religione svolgeva un ruolo preponderante. In una fase successiva, i sacerdoti interpreti delle volontà divine formularono le loro valutazioni utilizzando anche ragionamenti razionali: già con le XII tavole le legis actiones subirono un cambiamento verso un processo più improntato a un giudizio di tipo laico.
Bertoldi, F. (2018). I sacramenta nelle legis actiones: da un processo "divino" a un processo laico. VERGENTIS, 6, 161-192.
I sacramenta nelle legis actiones: da un processo "divino" a un processo laico
Bertoldi Federica
2018-01-01
Abstract
Il tratto più significativo del processo privato romano arcaico è costituito dal collegamento della decisione della lite a un giudizio che aveva carattere religioso, in ragione della stretta correlazione del ius con il fas. Il termine ius esprime valori religiosi, quando è collegato con il fas che, in tale caso, indica l’approvazione divina di una condotta umana. Pertanto, la sentenza non verteva sulle ragioni giuridiche delle parti, ma doveva stabilire la conformità o meno al ius del sacramentum. Quest’ultimo era in origine un giuramento solenne che coincideva con un atto religioso, posto in essere da ciascuna parte, la quale realizzava in tal modo un contatto con la divinità e si rendeva partecipe della sua forza. Emerge dalle fonti come le legis actiones in rem e in personam delle origini fossero improntate a una struttura dove la religione svolgeva un ruolo preponderante. In una fase successiva, i sacerdoti interpreti delle volontà divine formularono le loro valutazioni utilizzando anche ragionamenti razionali: già con le XII tavole le legis actiones subirono un cambiamento verso un processo più improntato a un giudizio di tipo laico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.