Mentre si assiste a una crescente tendenza della ricerca accademica verso le analisi che pongono il fenomeno e le vicende legate al 1968 nei diversi paesi del mondo in un’ottica comparata, resta fermo e valido il principio che le espressioni sociali e politiche dei singoli contesti nazionali vadano valutate tenendo conto delle peculiarità culturali e socio-politiche distintive di ciascuna realtà. In tale prospettiva il Giappone occupa un posto particolare che risente fortemente delle tensioni dell’ordine bipolare. Già dall’inizio degli anni Sessanta il paese aveva, infatti, conosciuto un imponente movimento di protesta da parte di studenti e intellettuali di sinistra che si erano opposti al rinnovo del Trattato di Sicurezza nippo-americano (Anpo). Quelle stesse formazioni popolari e studentesche non si erano mai taciute, nemmeno all’indomani delle dimissioni del premier Kishi Nobusuke, protagonista della rinnovata intesa con l’alleato d’oltreoceano. Il presente contributo intende esplorare tali dinamiche, collocando i fatti del 1968 in Giappone nel contesto più ampio della Guerra Fredda analizzandone i tratti distintivi, i principali attori e le relative modalità di rivendicazione politica e sociale.
Frattolillo, O. (2018). Il 1968 in Giappone. I fattori esterni e la dimensione domestica delle proteste. QUADERNO DI STORIA CONTEMPORANEA(64), 92-108.
Il 1968 in Giappone. I fattori esterni e la dimensione domestica delle proteste.
frattolillo
2018-01-01
Abstract
Mentre si assiste a una crescente tendenza della ricerca accademica verso le analisi che pongono il fenomeno e le vicende legate al 1968 nei diversi paesi del mondo in un’ottica comparata, resta fermo e valido il principio che le espressioni sociali e politiche dei singoli contesti nazionali vadano valutate tenendo conto delle peculiarità culturali e socio-politiche distintive di ciascuna realtà. In tale prospettiva il Giappone occupa un posto particolare che risente fortemente delle tensioni dell’ordine bipolare. Già dall’inizio degli anni Sessanta il paese aveva, infatti, conosciuto un imponente movimento di protesta da parte di studenti e intellettuali di sinistra che si erano opposti al rinnovo del Trattato di Sicurezza nippo-americano (Anpo). Quelle stesse formazioni popolari e studentesche non si erano mai taciute, nemmeno all’indomani delle dimissioni del premier Kishi Nobusuke, protagonista della rinnovata intesa con l’alleato d’oltreoceano. Il presente contributo intende esplorare tali dinamiche, collocando i fatti del 1968 in Giappone nel contesto più ampio della Guerra Fredda analizzandone i tratti distintivi, i principali attori e le relative modalità di rivendicazione politica e sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.