Within the distinction between prescriptive and descriptive grammar, this paper considers several new uses of Italian words whose high frequency—both diastratically and diaphasically—in two big written corpora (newspaper La Stampa, years 1992-2001, and the online corpus RIDIRE) suggest they are no longer simply errors, but gradually received innovations. The words are classified according to the reason inducing speakers to adopt them, namely (a) analogy to, or exchange with, some other term formally similar and more accessible; (b) a “simplified and impoverished” interpretation, whereby some semantic trait is lost because speakers understood the word’s meaning limitedly, or rather generically, when found in specific contexts; (c) some syntactic conditions associated to the use of the term, which led speakers to give it meaning or usage different from the canonical ones. In view of these findings, guidance is considered for the way such new uses should be dealt with in the teaching of Italian. Ci si richiama alla distinzione tra grammatica “clericale” prescrittiva e “laica” descrittiva, per esaminare i casi di nuovi usi (soprattutto nuovi significati) di parole italiane la cui notevole diffusione in due grandi corpora di lingua scritta (le annate 1992-2001 del quotidiano La Stampa e il corpus web RIDIRE) li segnala come “errori” in qualche misura (diversa caso per caso) sulla via di diventare innovazioni ammissibili perché consacrate dall’uso effettivo diastraticamente e diafasicamente alto. Se ne fornisce una classificazione basata sul tipo di causa che può avere condotto i parlanti ad adottare il nuovo uso. Si tratterà (a) dell’influsso analogico o addirittura dello scambio di significato indotto dalla presenza nella lingua di un altro termine formalmente contiguo e più accessibile; (b) di una interpretazione “alleggerita e impoverita”, cioè privata di qualche tratto semantico, per cui i parlanti, incontrando in contesto un termine di senso molto specifico, ne colgono solo parte del significato e lo interpretano come più generico; (c) della presenza di condizioni sintattiche in cui il termine è adoperato, che conducono i parlanti ad attribuirgli un significato o delle condizioni d’uso diversi da quelli canonici, o a generalizzare quelli prevalenti anche sui casi in cui ne sono previsti altri. In conclusione, si traggono alcune conseguenze della situazione osservata in ordine al modo di trattare tali nuovi usi in sede di didattica dell’italiano.

Lombardi Vallauri, E. (2018). Diffusione e motivazione di alcune novità recenti nell’uso di parole italiane. CUADERNOS DE FILOLOGÍA ITALIANA, 25(0), 79-100 [10.5209/CFIT.56910].

Diffusione e motivazione di alcune novità recenti nell’uso di parole italiane

Lombardi Vallauri, Edoardo
2018-01-01

Abstract

Within the distinction between prescriptive and descriptive grammar, this paper considers several new uses of Italian words whose high frequency—both diastratically and diaphasically—in two big written corpora (newspaper La Stampa, years 1992-2001, and the online corpus RIDIRE) suggest they are no longer simply errors, but gradually received innovations. The words are classified according to the reason inducing speakers to adopt them, namely (a) analogy to, or exchange with, some other term formally similar and more accessible; (b) a “simplified and impoverished” interpretation, whereby some semantic trait is lost because speakers understood the word’s meaning limitedly, or rather generically, when found in specific contexts; (c) some syntactic conditions associated to the use of the term, which led speakers to give it meaning or usage different from the canonical ones. In view of these findings, guidance is considered for the way such new uses should be dealt with in the teaching of Italian. Ci si richiama alla distinzione tra grammatica “clericale” prescrittiva e “laica” descrittiva, per esaminare i casi di nuovi usi (soprattutto nuovi significati) di parole italiane la cui notevole diffusione in due grandi corpora di lingua scritta (le annate 1992-2001 del quotidiano La Stampa e il corpus web RIDIRE) li segnala come “errori” in qualche misura (diversa caso per caso) sulla via di diventare innovazioni ammissibili perché consacrate dall’uso effettivo diastraticamente e diafasicamente alto. Se ne fornisce una classificazione basata sul tipo di causa che può avere condotto i parlanti ad adottare il nuovo uso. Si tratterà (a) dell’influsso analogico o addirittura dello scambio di significato indotto dalla presenza nella lingua di un altro termine formalmente contiguo e più accessibile; (b) di una interpretazione “alleggerita e impoverita”, cioè privata di qualche tratto semantico, per cui i parlanti, incontrando in contesto un termine di senso molto specifico, ne colgono solo parte del significato e lo interpretano come più generico; (c) della presenza di condizioni sintattiche in cui il termine è adoperato, che conducono i parlanti ad attribuirgli un significato o delle condizioni d’uso diversi da quelli canonici, o a generalizzare quelli prevalenti anche sui casi in cui ne sono previsti altri. In conclusione, si traggono alcune conseguenze della situazione osservata in ordine al modo di trattare tali nuovi usi in sede di didattica dell’italiano.
2018
Lombardi Vallauri, E. (2018). Diffusione e motivazione di alcune novità recenti nell’uso di parole italiane. CUADERNOS DE FILOLOGÍA ITALIANA, 25(0), 79-100 [10.5209/CFIT.56910].
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