Subito dopo il Sacco di Roma, la confraternita di San Giovanni Decollato fu una delle prime associazioni a dare un nuovo avvio alle iniziative artistiche e architettoniche lasciate in sospeso. Battista da Sangallo fu uno dei confratelli più attivi e partecipi in tal senso, occupandosi soprattutto del rimodernamento della chiesa. Il rinvenimento del documento datato 2 febbraio 1534, riguardante il resoconto dell’assemblea dove si discuteva «del modo di fare el disegno» della chiesa, attesta che il suo progetto fu approvato quasi all’unanimità dall’assemblea, con particolare sostegno dei confratelli esperti in materia. Grazie al reperimento di altro materiale inedito, è stato possibile delineare le modifiche che l’architetto apportò sulla preesistenza architettonica e le relative vicende che la interessarono dalla fine del XV secolo all’intervento sangallesco. Di esse, se ne ricostruiscono le principali tappe: la ristrutturazione del rudere di Santa Maria della Fossa; la formazione del complesso di San Giovanni Decollato così come ci appare oggi e l’edificazione delle strutture limitrofe alla chiesa come l’oratorio; in ultimo, la concessione degli altari laterali della chiesa a privati confratelli e i relativi lavori che comportarono anche la chiamata – rimasta disattesa – di Jacopo Sansovino nel 1526.
Antoni, G. (2017). Giovanni Battista da Sangallo e la confraternita di San Giovanni Decollato a Roma. La progettazione della chiesa e altre precisazioni. ANNALI DI ARCHITETTURA.
Giovanni Battista da Sangallo e la confraternita di San Giovanni Decollato a Roma. La progettazione della chiesa e altre precisazioni.
Gloria Antoni
2017-01-01
Abstract
Subito dopo il Sacco di Roma, la confraternita di San Giovanni Decollato fu una delle prime associazioni a dare un nuovo avvio alle iniziative artistiche e architettoniche lasciate in sospeso. Battista da Sangallo fu uno dei confratelli più attivi e partecipi in tal senso, occupandosi soprattutto del rimodernamento della chiesa. Il rinvenimento del documento datato 2 febbraio 1534, riguardante il resoconto dell’assemblea dove si discuteva «del modo di fare el disegno» della chiesa, attesta che il suo progetto fu approvato quasi all’unanimità dall’assemblea, con particolare sostegno dei confratelli esperti in materia. Grazie al reperimento di altro materiale inedito, è stato possibile delineare le modifiche che l’architetto apportò sulla preesistenza architettonica e le relative vicende che la interessarono dalla fine del XV secolo all’intervento sangallesco. Di esse, se ne ricostruiscono le principali tappe: la ristrutturazione del rudere di Santa Maria della Fossa; la formazione del complesso di San Giovanni Decollato così come ci appare oggi e l’edificazione delle strutture limitrofe alla chiesa come l’oratorio; in ultimo, la concessione degli altari laterali della chiesa a privati confratelli e i relativi lavori che comportarono anche la chiamata – rimasta disattesa – di Jacopo Sansovino nel 1526.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.