Published in 1982, A obscena senhora D condenses all the basic themes of Hilda Hilst's prose, being particularly representative of its singular writing. The incessant search for answers to the insoluble existential questions haunts Hillé, the protagonist of the novel, who goes beyond the limits imposed by rationality and common sense to scrutinise the depths of the human being. Hillé constantly questions the human existence marked by abandonment and condemned to an inscrutable nothingness in which any meaning is dissolved. The literature of Hilda Hilst brings into question the pre-established truths and the moral norms of the civilized modern society, going back to a primordial dimension from which emerge human instincts and passions that are embodied by the ambiguous figure of Hillé. Therefore, as this article intends to demonstrate, Hilda Hilst’s attempt to say what cannot be said and to show what must remain outside the scene becomes the inside of a writing that makes the obscene the symbol of that remote and obscure origin that modernity has removed, that is, an abject alterity according to the meaning suggested by Julia Kristeva in the book Pouvoirs de l'horreur. Essai sur l'abjection (1980). In this perspective, the obscene will be considered not only as a thematic element, but also as the substance and essence of a literature that can be interpreted, in the words of Michel Foucault, as a “discours de l’infamie”(La vie des hommes infâmes, 1977).

Pubblicato nel 1982, A obscena Senhora D condensa tutti i temi oggetto della produzione in prosa di Hilda Hilst, rivelandosi particolarmente rappresentativo della sua singolare scrittura. L’incessante ricerca di risposte alle insolubili questioni esistenziali ossessiona Hillé, protagonista del romanzo, la quale oltrepassa i limiti tracciati dalla ragione e dal senso comune per scrutare le profondità dell’essere umano. La “signora D” interroga costantemente un’esistenza segnata dalla derelizione e dall’abbandono, condannata a un nulla imperscrutabile in cui si dissolve qualsiasi significato. La letteratura di Hilda Hilst contesta le verità precostituite e le norme morali della civilizzata società moderna risalendo ad una dimensione primordiale in cui irrompono gli istinti e le passioni dell’uomo, incarnati nell’ambigua figura di Hillé. Pertanto, come si tenterà di dimostrare nel presente contributo, il tentativo di dire fuori dagli schemi, di mostrare ciò che deve rimanere fuori dalla scena diventa il “dentro” di una scrittura che fa dell’osceno il simbolo di quella remota e oscura origine che la modernità ha rimosso: di un’alterità abietta secondo l’accezione proposta da Julia Kristeva nel saggio Pouvoirs de l'horreur. Essai sur l'abjection (1980). In tale prospettiva, l’osceno sarà trattato non solo come elemento tematico, ma anche come la sostanza e l’essenza di una letteratura che si configura come «discours de l’infamie» secondo la definizione di Michel Foucault (La vie des hommes infâmes, 1977).

DE CRESCENZO, L. (2019). "Será que você não entende que não há resposta?": l'oscena vertigine letteraria di Hilda Hilst. LINGUE E LINGUAGGI, 30, 127-137 [10.1285/i22390359v30p127].

"Será que você não entende que não há resposta?": l'oscena vertigine letteraria di Hilda Hilst

Luigia De Crescenzo
2019-01-01

Abstract

Published in 1982, A obscena senhora D condenses all the basic themes of Hilda Hilst's prose, being particularly representative of its singular writing. The incessant search for answers to the insoluble existential questions haunts Hillé, the protagonist of the novel, who goes beyond the limits imposed by rationality and common sense to scrutinise the depths of the human being. Hillé constantly questions the human existence marked by abandonment and condemned to an inscrutable nothingness in which any meaning is dissolved. The literature of Hilda Hilst brings into question the pre-established truths and the moral norms of the civilized modern society, going back to a primordial dimension from which emerge human instincts and passions that are embodied by the ambiguous figure of Hillé. Therefore, as this article intends to demonstrate, Hilda Hilst’s attempt to say what cannot be said and to show what must remain outside the scene becomes the inside of a writing that makes the obscene the symbol of that remote and obscure origin that modernity has removed, that is, an abject alterity according to the meaning suggested by Julia Kristeva in the book Pouvoirs de l'horreur. Essai sur l'abjection (1980). In this perspective, the obscene will be considered not only as a thematic element, but also as the substance and essence of a literature that can be interpreted, in the words of Michel Foucault, as a “discours de l’infamie”(La vie des hommes infâmes, 1977).
2019
Pubblicato nel 1982, A obscena Senhora D condensa tutti i temi oggetto della produzione in prosa di Hilda Hilst, rivelandosi particolarmente rappresentativo della sua singolare scrittura. L’incessante ricerca di risposte alle insolubili questioni esistenziali ossessiona Hillé, protagonista del romanzo, la quale oltrepassa i limiti tracciati dalla ragione e dal senso comune per scrutare le profondità dell’essere umano. La “signora D” interroga costantemente un’esistenza segnata dalla derelizione e dall’abbandono, condannata a un nulla imperscrutabile in cui si dissolve qualsiasi significato. La letteratura di Hilda Hilst contesta le verità precostituite e le norme morali della civilizzata società moderna risalendo ad una dimensione primordiale in cui irrompono gli istinti e le passioni dell’uomo, incarnati nell’ambigua figura di Hillé. Pertanto, come si tenterà di dimostrare nel presente contributo, il tentativo di dire fuori dagli schemi, di mostrare ciò che deve rimanere fuori dalla scena diventa il “dentro” di una scrittura che fa dell’osceno il simbolo di quella remota e oscura origine che la modernità ha rimosso: di un’alterità abietta secondo l’accezione proposta da Julia Kristeva nel saggio Pouvoirs de l'horreur. Essai sur l'abjection (1980). In tale prospettiva, l’osceno sarà trattato non solo come elemento tematico, ma anche come la sostanza e l’essenza di una letteratura che si configura come «discours de l’infamie» secondo la definizione di Michel Foucault (La vie des hommes infâmes, 1977).
DE CRESCENZO, L. (2019). "Será que você não entende que não há resposta?": l'oscena vertigine letteraria di Hilda Hilst. LINGUE E LINGUAGGI, 30, 127-137 [10.1285/i22390359v30p127].
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