The text intends to consider in a renewed perspective the contribution of Dario Passi to the re-foundation of a new "urban architecture", based on the tradition of the Italian city and the European metropolis. Dario Passi (1939-2018) appeared in the architectural debate with his writings and projects in the second half of the Seventies and quickly distinguished himself for his clarity and rigour. His research arises from the lyrical reinterpretation of the European rationalism and, since the beginning, has immediately revealed his inclination for pictorial forms and “lyrical abstraction”. His work soon received wide appreciation by the critics and he obtained many monographic publications and exhibitions. His particular pictorial aptitude led him to exclusively commit in paintings, focusing on the city of Rome, of which he gives his “metaphysical” and domestic personal vision. His projects for Rome and other European cities, based on the rediscovery – and sometimes on the rewriting – of the Roman and Milanese architecture of the 20th century, anticipated the following later studies and researches. The originality of the author lies not only on the relationship between the technical design and the charged representation, but also on the creation of a clear and shared “concept of the city”, as a potential model of the Italian city. After his academic duties, he entirely dedicated himself to the pictorial research, where he combined light strokes and material consistency without forgetting the early tectonic influence. His works have been displayed at the collective exhibition “La Tendenza, Italian Architectures 1965-1985” of the Pompidou Center; besides, the MAXXI has dedicated him a solo exhibition in occasion of a donation to the Museum Collection.

Il testo intende considerare in una rinnovata prospettiva il contributo di Dario Passi alla rifondazione di una nuova "architettura urbana", sulla base della tradizione della Città italiana e della Metropoli europea. La figura di Dario Passi (1939-2018) si affaccia nel dibattito architettonico con scritti e progetti nella seconda metà degli anni ’70, e si caratterizza presto per chiarezza e rigore disciplinare. La sua ricerca prende avvio da una rilettura in chiave lirica del razionalismo europeo, e mostra subito una predilezione verso forme della rappresentazione pittorica vicine all’ “astrazione lirica”. Il suo lavoro progettuale ha presto un apprezzamento della critica, e gli vale pubblicazioni monografiche e numerose esposizioni di progetti e disegni. La particolare attitudine al disegno e alla rappresentazione sconfina ben presto in un esclusivo impegno pittorico, con una applicazione alla città di Roma di cui fornisce una personale visione “metafisica” e domestica al tempo stesso. I suoi progetti per Roma e per altre città europee, fondati su una riscoperta – e riscrittura, talvolta -dell’architettura del Novecento romano e milanese, precorrono studi e ricerche di molto successivi. L’originalità del lavoro di Passi risiede non solo in una stretta relazione tra tecnica progettuale e densità della rappresentazione, ma nell’invenzione di un’“idea di città” chiara e condivisa, un possibile modello per la città italiana. Terminato l’impegno accademico, egli si dedica in modo esclusivo alla ricerca pittorica, dove unisce leggerezza del segno e consistenza materica, senza dimenticare l’originaria impronta tettonica. Sue opere sono state esposte alla mostra collettiva “La Tendenza, Italian Architectures 1965-1985” al Centre Pompidou e il MAXXI gli ha dedicato una mostra personale in occasione di una donazione alle Collezioni del Museo.

Beccu, M. (2019). Astrazione intenzionale e "forma urbis" in Dario Passi. Intentional abstraction and "forma urbis" in Passi's work. U3 I QUADERNI, Nuove architetture urbane. luglio-settembre 2018(Vol. 18, Anno VI, ott_dic 2018), 21-31.

Astrazione intenzionale e "forma urbis" in Dario Passi. Intentional abstraction and "forma urbis" in Passi's work.

Michele Beccu
2019-01-01

Abstract

The text intends to consider in a renewed perspective the contribution of Dario Passi to the re-foundation of a new "urban architecture", based on the tradition of the Italian city and the European metropolis. Dario Passi (1939-2018) appeared in the architectural debate with his writings and projects in the second half of the Seventies and quickly distinguished himself for his clarity and rigour. His research arises from the lyrical reinterpretation of the European rationalism and, since the beginning, has immediately revealed his inclination for pictorial forms and “lyrical abstraction”. His work soon received wide appreciation by the critics and he obtained many monographic publications and exhibitions. His particular pictorial aptitude led him to exclusively commit in paintings, focusing on the city of Rome, of which he gives his “metaphysical” and domestic personal vision. His projects for Rome and other European cities, based on the rediscovery – and sometimes on the rewriting – of the Roman and Milanese architecture of the 20th century, anticipated the following later studies and researches. The originality of the author lies not only on the relationship between the technical design and the charged representation, but also on the creation of a clear and shared “concept of the city”, as a potential model of the Italian city. After his academic duties, he entirely dedicated himself to the pictorial research, where he combined light strokes and material consistency without forgetting the early tectonic influence. His works have been displayed at the collective exhibition “La Tendenza, Italian Architectures 1965-1985” of the Pompidou Center; besides, the MAXXI has dedicated him a solo exhibition in occasion of a donation to the Museum Collection.
2019
Il testo intende considerare in una rinnovata prospettiva il contributo di Dario Passi alla rifondazione di una nuova "architettura urbana", sulla base della tradizione della Città italiana e della Metropoli europea. La figura di Dario Passi (1939-2018) si affaccia nel dibattito architettonico con scritti e progetti nella seconda metà degli anni ’70, e si caratterizza presto per chiarezza e rigore disciplinare. La sua ricerca prende avvio da una rilettura in chiave lirica del razionalismo europeo, e mostra subito una predilezione verso forme della rappresentazione pittorica vicine all’ “astrazione lirica”. Il suo lavoro progettuale ha presto un apprezzamento della critica, e gli vale pubblicazioni monografiche e numerose esposizioni di progetti e disegni. La particolare attitudine al disegno e alla rappresentazione sconfina ben presto in un esclusivo impegno pittorico, con una applicazione alla città di Roma di cui fornisce una personale visione “metafisica” e domestica al tempo stesso. I suoi progetti per Roma e per altre città europee, fondati su una riscoperta – e riscrittura, talvolta -dell’architettura del Novecento romano e milanese, precorrono studi e ricerche di molto successivi. L’originalità del lavoro di Passi risiede non solo in una stretta relazione tra tecnica progettuale e densità della rappresentazione, ma nell’invenzione di un’“idea di città” chiara e condivisa, un possibile modello per la città italiana. Terminato l’impegno accademico, egli si dedica in modo esclusivo alla ricerca pittorica, dove unisce leggerezza del segno e consistenza materica, senza dimenticare l’originaria impronta tettonica. Sue opere sono state esposte alla mostra collettiva “La Tendenza, Italian Architectures 1965-1985” al Centre Pompidou e il MAXXI gli ha dedicato una mostra personale in occasione di una donazione alle Collezioni del Museo.
Beccu, M. (2019). Astrazione intenzionale e "forma urbis" in Dario Passi. Intentional abstraction and "forma urbis" in Passi's work. U3 I QUADERNI, Nuove architetture urbane. luglio-settembre 2018(Vol. 18, Anno VI, ott_dic 2018), 21-31.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/361137
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