This article takes into consideration the conception of matter, elaborated by two of the most important Franciscan authors of the beginning of the XIV century: John Duns Scot and Peter Auriol. Both of them believed that matter was a certain positive reality, that God himself had wanted and created, giving it its own identity and a specific role within the universe. Both Scot and Auriol wanted to face the question on a purely philosophical level, based, above all, on the teachings of Aristotle, considered to be in harmony with those of Saint Augustine. The article shows that, starting from these common basic principles, Duns Scot and Peter Auriol, however, constructed two contrasting ways of perceiving the positivity of matter: Duns Scot proposed several arguments to show the actuality of matter; Auriol, on the other hand, opposed Scotus’ claim, supporting the idea that matter is a purely potential and indeterminate being. In order to defend this theory, Auriol did not use the same strategy as Thomas Aquinas, but proposed a doctrine, which was rather unusual for that period, intending matter as a certain type of being in which all things are to be found at a germinal level. The Scot-Auriol opposition will become a fundamental question for discussion, among the Franciscans in the first half of the XIV century.

L’articolo prende in esame le concezioni di materia elaborate dai due più importanti autori francescani dell’inizio del XIV secolo: Giovanni Duns Scoto e Pietro Aureolo. Entrambi ritenevano che la materia fosse una certa realtà positiva, che Dio stesso ha voluto e creato, dandole un’identità propria e un ruolo specifico all’interno dell’universo. Sia Scoto, sia Aureolo, poi, hanno voluto affrontare la questione su un piano propriamente filosofico, basandosi soprattutto sull’insegnamento di Aristotele, considerato in piena sintonia con quello di sant’Agostino. L’articolo mostra che Duns Scoto e Pietro Aureolo, a partire da questa base comune, hanno però costruito due modi contrapposti di intendere la positività della materia: Duns Scoto ha messo a punto diversi argomenti per dimostrare che la materia possiede una propria attualità; Pietro Aureolo si è invece opposto a questa dottrina, sostenendo che la materia è qualcosa di puramente potenziale e indeterminato. Per difendere questa tesi, Aureolo non ha utilizzato la stessa strategia di Tommaso d’Aquino, ma ha proposto una dottrina piuttosto inusuale per quel periodo, intendendo cioè la materia come un certo tipo di essere, in cui tutte le cose si trovano a livello germinale. L’opposizione Scoto-Aureolo si costituirà come un elemento cruciale di discussione, tra i maestri francescani della prima metà del XIV secolo.

Petagine, A. (2016). Matter as Positive Being: John Duns Scotus and Peter Auriol. MEDIOEVO: RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA MEDIEVALE, 41, 139-168.

Matter as Positive Being: John Duns Scotus and Peter Auriol

Petagine A
2016-01-01

Abstract

This article takes into consideration the conception of matter, elaborated by two of the most important Franciscan authors of the beginning of the XIV century: John Duns Scot and Peter Auriol. Both of them believed that matter was a certain positive reality, that God himself had wanted and created, giving it its own identity and a specific role within the universe. Both Scot and Auriol wanted to face the question on a purely philosophical level, based, above all, on the teachings of Aristotle, considered to be in harmony with those of Saint Augustine. The article shows that, starting from these common basic principles, Duns Scot and Peter Auriol, however, constructed two contrasting ways of perceiving the positivity of matter: Duns Scot proposed several arguments to show the actuality of matter; Auriol, on the other hand, opposed Scotus’ claim, supporting the idea that matter is a purely potential and indeterminate being. In order to defend this theory, Auriol did not use the same strategy as Thomas Aquinas, but proposed a doctrine, which was rather unusual for that period, intending matter as a certain type of being in which all things are to be found at a germinal level. The Scot-Auriol opposition will become a fundamental question for discussion, among the Franciscans in the first half of the XIV century.
2016
L’articolo prende in esame le concezioni di materia elaborate dai due più importanti autori francescani dell’inizio del XIV secolo: Giovanni Duns Scoto e Pietro Aureolo. Entrambi ritenevano che la materia fosse una certa realtà positiva, che Dio stesso ha voluto e creato, dandole un’identità propria e un ruolo specifico all’interno dell’universo. Sia Scoto, sia Aureolo, poi, hanno voluto affrontare la questione su un piano propriamente filosofico, basandosi soprattutto sull’insegnamento di Aristotele, considerato in piena sintonia con quello di sant’Agostino. L’articolo mostra che Duns Scoto e Pietro Aureolo, a partire da questa base comune, hanno però costruito due modi contrapposti di intendere la positività della materia: Duns Scoto ha messo a punto diversi argomenti per dimostrare che la materia possiede una propria attualità; Pietro Aureolo si è invece opposto a questa dottrina, sostenendo che la materia è qualcosa di puramente potenziale e indeterminato. Per difendere questa tesi, Aureolo non ha utilizzato la stessa strategia di Tommaso d’Aquino, ma ha proposto una dottrina piuttosto inusuale per quel periodo, intendendo cioè la materia come un certo tipo di essere, in cui tutte le cose si trovano a livello germinale. L’opposizione Scoto-Aureolo si costituirà come un elemento cruciale di discussione, tra i maestri francescani della prima metà del XIV secolo.
Petagine, A. (2016). Matter as Positive Being: John Duns Scotus and Peter Auriol. MEDIOEVO: RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA MEDIEVALE, 41, 139-168.
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