Intento principale del presente saggio è indagare la nozione di estraneità nelle diverse accezioni che essa assume all’interno della filosofia hegeliana, ossia considerata sia come alterità tragica che come alterità culturale. Da Jena a Norimberga fino a Berlino Hegel sviluppa una concezione dell’estraneità sempre relativa che verrà messa in sinergia nel presente contributo con altre interpretazioni più radicali e contemporanee di estraneità – come ad es. quella di Dag Solstad - per valutare potenzialità e limiti di una nozione tanto preziosa, quanto pericolosa se concepita nella sua assolutezza. Sulla base di una concezione plastica e porosa di estraneità e di una filosofia dell’arte fondata sull’infinita esplorazione dell’umano sarà dunque possibile ripensare la controversa tesi di fine - o morte - dell’arte, considerata nella sua particolare declinazione di fine della letteratura.

The main aim of this essay is to investigate the notion of extraneousness in the different meanings it takes on within Hegelian philosophy, i.e. considered both as tragic otherness and as cultural otherness. From Jena to Nuremberg and Berlin, Hegel develops an always relative conception of extraneousness that will be put in synergy in the present contribution with other more radical and contemporary interpretations of extraneousness - such as that of Dag Solstad - in order to evaluate the potential and limits of a notion that is as precious as it is dangerous, if conceived in its absoluteness. On the basis of a plastic and porous conception of extraneousness and of a philosophy of art based on the infinite exploration of the human being, it will therefore be possible to rethink the controversial thesis of the end - or death - of art, considered in its particular declination of end of literature.

Iannelli, F. (2020). L’estraneo più proprio. Hegel, i greci e noi. ESTETICA. STUDI E RICERCHE, X(2), 305-320.

L’estraneo più proprio. Hegel, i greci e noi.

IANNELLI, F
2020-01-01

Abstract

The main aim of this essay is to investigate the notion of extraneousness in the different meanings it takes on within Hegelian philosophy, i.e. considered both as tragic otherness and as cultural otherness. From Jena to Nuremberg and Berlin, Hegel develops an always relative conception of extraneousness that will be put in synergy in the present contribution with other more radical and contemporary interpretations of extraneousness - such as that of Dag Solstad - in order to evaluate the potential and limits of a notion that is as precious as it is dangerous, if conceived in its absoluteness. On the basis of a plastic and porous conception of extraneousness and of a philosophy of art based on the infinite exploration of the human being, it will therefore be possible to rethink the controversial thesis of the end - or death - of art, considered in its particular declination of end of literature.
2020
Intento principale del presente saggio è indagare la nozione di estraneità nelle diverse accezioni che essa assume all’interno della filosofia hegeliana, ossia considerata sia come alterità tragica che come alterità culturale. Da Jena a Norimberga fino a Berlino Hegel sviluppa una concezione dell’estraneità sempre relativa che verrà messa in sinergia nel presente contributo con altre interpretazioni più radicali e contemporanee di estraneità – come ad es. quella di Dag Solstad - per valutare potenzialità e limiti di una nozione tanto preziosa, quanto pericolosa se concepita nella sua assolutezza. Sulla base di una concezione plastica e porosa di estraneità e di una filosofia dell’arte fondata sull’infinita esplorazione dell’umano sarà dunque possibile ripensare la controversa tesi di fine - o morte - dell’arte, considerata nella sua particolare declinazione di fine della letteratura.
Iannelli, F. (2020). L’estraneo più proprio. Hegel, i greci e noi. ESTETICA. STUDI E RICERCHE, X(2), 305-320.
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