Attraverso l’analisi di partiture e scritti di poetica di Jonathan Harvey, il saggio si prefigge di creare una tensione dialettica tra l’impiego compositivo di sempre più progredite tecnologie elettro-acustiche e l’insistenza (crescente nel corso dell’evoluzione creativa del maestro britannico) sul concetto di “ispirazione”, con un vasto corredo di riflessioni riconducibili in senso lato al tema di ascendenza romantica dello “spirituale nella musica”. Intesa dunque come “a medium for a higher mode of consciousness or awareness, or it is a connection with it or a representation or model of it”. E’ un dato di fatto che la digitalizzazione del suono, onnipresente ormai in ogni pratica musicale sia elitaria sia popular, se va coniugandosi con un appello alla riscoperta dei valori della Tradizione umanistica non può che sollevare interrogativi a nostro avviso ineludibili: innanzitutto, circa la possibilità e la congruità stessa di tale problematica convergenza. Con riferimento a diverse fonti (Benjamin, Messiaen, Bortolotto, Ferneyhough, Busoni, Adorno ecc.), l’Autore correla la prepotente tensione evolutiva dei materiali e delle pratiche musicali degli ultimi decenni – teatro di questo fenomeno epocale che vide Jonathan Harvey tra i protagonisti – con spinte in senso contrario che si potrebbero definire anche, stando alle prese di posizione poetiche ed estetica, nostalgiche, regressive, arcaicizzanti se non addirittura irrelate al prodotto sonoro stesso cui pretendono di essere intimamente legate.

Guanti, G. (2019). "Nuova complessità, antico candore". NUOVE MUSICHE, 4 (2018), 123-141.

"Nuova complessità, antico candore"

Giovanni guanti
2019-01-01

Abstract

Attraverso l’analisi di partiture e scritti di poetica di Jonathan Harvey, il saggio si prefigge di creare una tensione dialettica tra l’impiego compositivo di sempre più progredite tecnologie elettro-acustiche e l’insistenza (crescente nel corso dell’evoluzione creativa del maestro britannico) sul concetto di “ispirazione”, con un vasto corredo di riflessioni riconducibili in senso lato al tema di ascendenza romantica dello “spirituale nella musica”. Intesa dunque come “a medium for a higher mode of consciousness or awareness, or it is a connection with it or a representation or model of it”. E’ un dato di fatto che la digitalizzazione del suono, onnipresente ormai in ogni pratica musicale sia elitaria sia popular, se va coniugandosi con un appello alla riscoperta dei valori della Tradizione umanistica non può che sollevare interrogativi a nostro avviso ineludibili: innanzitutto, circa la possibilità e la congruità stessa di tale problematica convergenza. Con riferimento a diverse fonti (Benjamin, Messiaen, Bortolotto, Ferneyhough, Busoni, Adorno ecc.), l’Autore correla la prepotente tensione evolutiva dei materiali e delle pratiche musicali degli ultimi decenni – teatro di questo fenomeno epocale che vide Jonathan Harvey tra i protagonisti – con spinte in senso contrario che si potrebbero definire anche, stando alle prese di posizione poetiche ed estetica, nostalgiche, regressive, arcaicizzanti se non addirittura irrelate al prodotto sonoro stesso cui pretendono di essere intimamente legate.
2019
Guanti, G. (2019). "Nuova complessità, antico candore". NUOVE MUSICHE, 4 (2018), 123-141.
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