This article analyses the ritual gukuna (i.e. the elongation of the labia minora) in Rwanda and among the Rwandan diaspora in Italy. This practice – along with the kunyaza (male sexual technique) – is expected to increase sexual pleasure. When I started fieldwork(in the late 1990s), the gukuna could be seen as a secret of female sexuality. Since the mid-2000s, new subjectivities started to emerge, with the introduction of gender-sensitive policies in the post-genocide context and with the rise of state feminism and a femocratic class. Furthermore, the movie Sacred water (2016) revealed the gukuna to the broader public, as a mystery of female ejaculation. Yet, according to WHO the gukuna remains a genital mutilation that must be “eradicated”. Properly understood, gukuna reveals and challenges the culturalist and victimizing assumptions of the hegemonic representations of both FGM and the “African women”, highlighting the continuities between the moralities of colonialism and humanitarianism, and some feminist trends, now locally incorporated. The article aims at deconstructing the gender mainstreaming discourse around gukuna as a “harmful traditional practice”, in order to reflect on gender in Rwandan contemporary politics.

L'articolo riprende l'analisi, in Rwanda e nella diaspora in Italia negli ultimi due decenni, del rituale gukuna (allungamento delle piccole labbra) che associato al kunyaza (tecnica sessuale maschile) aumenta il piacere sessuale femminile come condizione di fertilità. All'inizio della ricerca, fine anni '90, questa modifica del corpo era leggibile come un segreto della sessualità femminile ma, dalla metà degli anni 2000, si è registrata sul terreno una multivocalità delle soggettività coinvolte di pari passo con l'introduzione della politica gender sensitive nel post genocidio che ha visto la nascita di un femminismo di Stato e di una classe femocratica. In più il film documentario Sacred water (2016) ha svelato il gukuna come "mistero dell'eiaculazione femminile" ad un vasto pubblico. Eppure nel linguaggio dell'OMS resta una Mutilazione Genitale da "eradicare". Adeguatamente interpretata, questa modifica svela e sfida i presupposti culturalisti e vittimizzanti delle rappresentazioni egemoniche sulle cosiddette MGF e sulle "donne africane", sottolineando per altro le continuità delle moralizzazioni coloniali con quelle promosse nel campo dell’umanitario oramai assunte localmente in maniera originale. L'obiettivo è di decostruire il discorso gender mainstreaming intorno al gukuna come "pratica tradizionale dannosa" per avviare una riflessione sul genere e nelle politiche del Rwanda contemporaneo.

Fusaschi, M. (2020). Trouble dans le gukuna rwandais. Fémocratie, féminismes et anthropologie critique. ANUAC, 9(2), 17-43 [10.7340/anuac2239].

Trouble dans le gukuna rwandais. Fémocratie, féminismes et anthropologie critique

fusaschi
2020-01-01

Abstract

This article analyses the ritual gukuna (i.e. the elongation of the labia minora) in Rwanda and among the Rwandan diaspora in Italy. This practice – along with the kunyaza (male sexual technique) – is expected to increase sexual pleasure. When I started fieldwork(in the late 1990s), the gukuna could be seen as a secret of female sexuality. Since the mid-2000s, new subjectivities started to emerge, with the introduction of gender-sensitive policies in the post-genocide context and with the rise of state feminism and a femocratic class. Furthermore, the movie Sacred water (2016) revealed the gukuna to the broader public, as a mystery of female ejaculation. Yet, according to WHO the gukuna remains a genital mutilation that must be “eradicated”. Properly understood, gukuna reveals and challenges the culturalist and victimizing assumptions of the hegemonic representations of both FGM and the “African women”, highlighting the continuities between the moralities of colonialism and humanitarianism, and some feminist trends, now locally incorporated. The article aims at deconstructing the gender mainstreaming discourse around gukuna as a “harmful traditional practice”, in order to reflect on gender in Rwandan contemporary politics.
2020
L'articolo riprende l'analisi, in Rwanda e nella diaspora in Italia negli ultimi due decenni, del rituale gukuna (allungamento delle piccole labbra) che associato al kunyaza (tecnica sessuale maschile) aumenta il piacere sessuale femminile come condizione di fertilità. All'inizio della ricerca, fine anni '90, questa modifica del corpo era leggibile come un segreto della sessualità femminile ma, dalla metà degli anni 2000, si è registrata sul terreno una multivocalità delle soggettività coinvolte di pari passo con l'introduzione della politica gender sensitive nel post genocidio che ha visto la nascita di un femminismo di Stato e di una classe femocratica. In più il film documentario Sacred water (2016) ha svelato il gukuna come "mistero dell'eiaculazione femminile" ad un vasto pubblico. Eppure nel linguaggio dell'OMS resta una Mutilazione Genitale da "eradicare". Adeguatamente interpretata, questa modifica svela e sfida i presupposti culturalisti e vittimizzanti delle rappresentazioni egemoniche sulle cosiddette MGF e sulle "donne africane", sottolineando per altro le continuità delle moralizzazioni coloniali con quelle promosse nel campo dell’umanitario oramai assunte localmente in maniera originale. L'obiettivo è di decostruire il discorso gender mainstreaming intorno al gukuna come "pratica tradizionale dannosa" per avviare una riflessione sul genere e nelle politiche del Rwanda contemporaneo.
Fusaschi, M. (2020). Trouble dans le gukuna rwandais. Fémocratie, féminismes et anthropologie critique. ANUAC, 9(2), 17-43 [10.7340/anuac2239].
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/365912
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