Il volume di Irving Lavin, Bernini e l'unità delle arti visive (1980), rappresenta un testo fondamentale per la comprensione dei significati simbolici e teologici della Cappella Cornaro, scenograficamente allestita da Bernini nella chiesa di S. Maria della Vittoria tra 1647 e 1652. Accanto al rispetto della verità storica, perseguita tramite lo studio delle fonti che documentavano l’estasi o trasverberazione di santa Teresa, Lavin individuava nel complesso cantiere berniniano anche una deliberata ed erudita ricerca di sovrapposizione simbolica dell’esperienza ascetica teresiana con il rapimento estatico di san Paolo, a cui era in origine dedicata la chiesa romana, e con l’assunzione in cielo del profeta Elia, considerato il fondatore elettivo del movimento anacoretico carmelitano, sia nella sua formulazioni originaria tardo-medievale, sia nella sua riforma impressa dalla 'scalzatura' avviata da Teresa d'Avila nel secondo Cinquecento in Spagna. La connessione, che doveva svolgere la funzione non secondaria di legittimare l’esperienza mistica teresiana con il diretto ancoraggio a modelli biblici del Nuovo e Antico Testamento, si avvaleva, secondo l’acuta interpretazione di Lavin, anche di recondite fonti ebraiche, che avrebbero suggerito in particolare la formulazione dell’iscrizione nel cartiglio sull’arco trionfale, «NISI COELUM CREASSEM OB TE SOLAM CREAREM», derivata dalle raccolte omiletiche dell’Haggadah ebraica, con riferimento al profeta Elia, e quindi entrata nell'uso della panegirica carmelitana riferita alla santa avilana. Studi recenti sulla biografia teresiana, e i relativi approfondimenti negli archivi spagnoli, hanno ormai acclarato la presenza di componenti di origine ebraica sia nella storia familiare di Teresa d'Avila che nelle sue formulazioni teologiche e spirituali, confermando la pertinenza della lettura "interreligiosa" proposta da Lavin, indispensabile per comprendere appieno la vastità dei riferimenti di cui Bernini si sarebbe servito nell'impaginare, dal punto di vista figurativo e concettuale, la celebrazione gloriosa della santa carmelitana nella cappella Cornaro.

Sturm, S. (2020). Unità delle arti, unità dei cieli, convergenze teologiche: la guida di Lavin alla comprensione della Cappella Cornaro(n. speciale, maggio 2020, "Dedicato a Irving Lavin", a cura di Marcello Fagiolo), 57-61.

Unità delle arti, unità dei cieli, convergenze teologiche: la guida di Lavin alla comprensione della Cappella Cornaro

Saverio Sturm
2020-01-01

Abstract

Il volume di Irving Lavin, Bernini e l'unità delle arti visive (1980), rappresenta un testo fondamentale per la comprensione dei significati simbolici e teologici della Cappella Cornaro, scenograficamente allestita da Bernini nella chiesa di S. Maria della Vittoria tra 1647 e 1652. Accanto al rispetto della verità storica, perseguita tramite lo studio delle fonti che documentavano l’estasi o trasverberazione di santa Teresa, Lavin individuava nel complesso cantiere berniniano anche una deliberata ed erudita ricerca di sovrapposizione simbolica dell’esperienza ascetica teresiana con il rapimento estatico di san Paolo, a cui era in origine dedicata la chiesa romana, e con l’assunzione in cielo del profeta Elia, considerato il fondatore elettivo del movimento anacoretico carmelitano, sia nella sua formulazioni originaria tardo-medievale, sia nella sua riforma impressa dalla 'scalzatura' avviata da Teresa d'Avila nel secondo Cinquecento in Spagna. La connessione, che doveva svolgere la funzione non secondaria di legittimare l’esperienza mistica teresiana con il diretto ancoraggio a modelli biblici del Nuovo e Antico Testamento, si avvaleva, secondo l’acuta interpretazione di Lavin, anche di recondite fonti ebraiche, che avrebbero suggerito in particolare la formulazione dell’iscrizione nel cartiglio sull’arco trionfale, «NISI COELUM CREASSEM OB TE SOLAM CREAREM», derivata dalle raccolte omiletiche dell’Haggadah ebraica, con riferimento al profeta Elia, e quindi entrata nell'uso della panegirica carmelitana riferita alla santa avilana. Studi recenti sulla biografia teresiana, e i relativi approfondimenti negli archivi spagnoli, hanno ormai acclarato la presenza di componenti di origine ebraica sia nella storia familiare di Teresa d'Avila che nelle sue formulazioni teologiche e spirituali, confermando la pertinenza della lettura "interreligiosa" proposta da Lavin, indispensabile per comprendere appieno la vastità dei riferimenti di cui Bernini si sarebbe servito nell'impaginare, dal punto di vista figurativo e concettuale, la celebrazione gloriosa della santa carmelitana nella cappella Cornaro.
2020
Sturm, S. (2020). Unità delle arti, unità dei cieli, convergenze teologiche: la guida di Lavin alla comprensione della Cappella Cornaro(n. speciale, maggio 2020, "Dedicato a Irving Lavin", a cura di Marcello Fagiolo), 57-61.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/367366
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact