Giardini di saggezza in Occidente, di Hervé Brunon, è un condensato di coltissime argomentazioni filosofiche e storiche, intrecciate a ubiqui rimandi alla cultura del giardino occidentale. Nelle parole di Paul Ricoeur citate da Brunon, «il giardino è una narrazione che mira a toccare l'enigma dell'esistenza umana». Per questo, giacché è un enigma ciò cui mira, non può che avere natura interrogativa e farsi tramite delle irrequietezze, dei dubbi, delle contraddizioni, delle pulsioni, delle antinomie, persino delle nevrosi che abitano l'esistenza umana. «I giardini non sono innocenti», diceva Lucien Kroll quarant’anni fa: perché ci assomigliano. E non mentono. Sono la nostra autobiografia. La più sincera, probabilmente. Occuparsene non significa trastullarsi con un’arte disimpegnata e salottiera, ma affrontare un argomento difficile e scabroso, proprio perché è molto difficile per una comunità esprimere con serenità un giudizio su di sé, i propri valori, la propria cultura condivisa. È difficile esercitare il discernimento, la saggezza. Che si tratti dell'enigma dell'esistenza umana, della natura o della bellezza, i giardini di saggezza non risolvono le contraddizioni, ma le coltivano, le cercano, le fanno affiorare, dando loro eloquenza.
Metta, A. (2018). L'enigma del giardino.
L'enigma del giardino
annalisa metta
2018-01-01
Abstract
Giardini di saggezza in Occidente, di Hervé Brunon, è un condensato di coltissime argomentazioni filosofiche e storiche, intrecciate a ubiqui rimandi alla cultura del giardino occidentale. Nelle parole di Paul Ricoeur citate da Brunon, «il giardino è una narrazione che mira a toccare l'enigma dell'esistenza umana». Per questo, giacché è un enigma ciò cui mira, non può che avere natura interrogativa e farsi tramite delle irrequietezze, dei dubbi, delle contraddizioni, delle pulsioni, delle antinomie, persino delle nevrosi che abitano l'esistenza umana. «I giardini non sono innocenti», diceva Lucien Kroll quarant’anni fa: perché ci assomigliano. E non mentono. Sono la nostra autobiografia. La più sincera, probabilmente. Occuparsene non significa trastullarsi con un’arte disimpegnata e salottiera, ma affrontare un argomento difficile e scabroso, proprio perché è molto difficile per una comunità esprimere con serenità un giudizio su di sé, i propri valori, la propria cultura condivisa. È difficile esercitare il discernimento, la saggezza. Che si tratti dell'enigma dell'esistenza umana, della natura o della bellezza, i giardini di saggezza non risolvono le contraddizioni, ma le coltivano, le cercano, le fanno affiorare, dando loro eloquenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.