La pandemia dovuta alla diffusione del virus SARS-CoV-2, responsabile della patologia Covid-19, ha indotto numerosi governi, tra cui quello italiano, al blocco totale di numerose attività produttive considerate non essenziali (uno degli aspetti del cosiddetto lockdown). Si stima 1 che i possibili effetti del lockdown sull’economia del Paese consistano in una diminuzione dell’indice destagionalizzato della produzione industriale, per il marzo 2020, del 28,4% rispetto al febbraio 2020, mostrando marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l’energia (-10,1%). Inoltre, in tutti i principali settori di attività economica, si registrano variazioni tendenziali negative. Le più rilevanti sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%), della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. 2 (-40,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37,0%) mentre il calo minore si registra nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%). Con i Decreti Legge 17 marzo 2020 n. 18 3 (cosiddetto Decreto Cura Italia) e 8 aprile 2020 n. 23 4 (cosiddetto Decreto Liquidità), il Governo è intervenuto al fine di sostenere l’economia del Paese, nel tentativo di fornire alle imprese strumenti per fronteggiare le conseguenze sul piano economico/finanziario dell’emergenza da Covid-19. Tali strumenti ricadono, in particolare, nella possibilità da parte delle imprese più colpite dalla crisi da Covid-19 (come le micro imprese (ad esempio le partite IVA), o imprese appartenenti al comparto delle PMI) di accedere a prestiti bancari in forma agevolata tramite il meccanismo delle garanzie statali. Benché tali strumenti siano, in linea di principio, utili per migliorare l’accesso al credito da parte delle PMI tramite i canali bancari ordinari, permane il problema, già sperimentato dopo la crisi finanziaria globale del 2008, della scarsa propensione da parte del sistema bancario a fornire liquidità alle imprese in oggetto. Anche i previsti prestiti di importo più basso, 25mila euro, non sono per tutti: sono in proporzione ai fatturati e si basano comunque sul merito creditizio. In questo lavoro si intendono analizzare gli elementi che caratterizzano il problema della valutazione finanziaria di garanzie pubbliche. Si considera in particolare la valutazione all’emissione di una garanzia “elementare” in cui esi- sta una dipendenza tra rischi di insolvenza del garante e del debitore garantito. In effetti questa “circolarità” di rischio è tipica delle fasi di emergenza economica; ancor di più nella fase di “Great lock-down” determinata dallo scoppio della pandemia Covid-19 (nota) che è stata giudicata “senza precedenti” (International Monetary Fund, 2020) 5. L’uso dello strumento delle garanzie statali sembrerebbe anche essere quello più idoneo a garantire equilibri di finanza pubblica nell’attuale epoca storica caratterizzata da un aumento del debito pubblico internazionale a livelli “post-bellici”. Nei paragrafi seguenti focalizzeremo la nostra attenzione proprio sul valore iniziale di questa garanzia anche in relazione al merito creditizio delle parti coinvolte.
Carleo, A., Cenci, M., Cesarone, F., Congedo, M.A., Corradini, M., Gheno, A., et al. (2020). LE GARANZIE STATALI COME STRUMENTO DI INTERVENTO PUBBLICO A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA: ELEMENTI DI VALUTAZIONE FINANZIARIA. In M.T. Mauro Paoloni (a cura di), L'Italia ai tempi del covid-19. Milano : Wolters Kluwer Italia.
LE GARANZIE STATALI COME STRUMENTO DI INTERVENTO PUBBLICO A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA: ELEMENTI DI VALUTAZIONE FINANZIARIA
Alessandra Carleo;Marisa Cenci;Francesco Cesarone;Alessandra Congedo;Massimiliano Corradini;Andrea Gheno;Lorenzo Lampariello;Carlo Mottura
2020-01-01
Abstract
La pandemia dovuta alla diffusione del virus SARS-CoV-2, responsabile della patologia Covid-19, ha indotto numerosi governi, tra cui quello italiano, al blocco totale di numerose attività produttive considerate non essenziali (uno degli aspetti del cosiddetto lockdown). Si stima 1 che i possibili effetti del lockdown sull’economia del Paese consistano in una diminuzione dell’indice destagionalizzato della produzione industriale, per il marzo 2020, del 28,4% rispetto al febbraio 2020, mostrando marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l’energia (-10,1%). Inoltre, in tutti i principali settori di attività economica, si registrano variazioni tendenziali negative. Le più rilevanti sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%), della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. 2 (-40,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37,0%) mentre il calo minore si registra nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%). Con i Decreti Legge 17 marzo 2020 n. 18 3 (cosiddetto Decreto Cura Italia) e 8 aprile 2020 n. 23 4 (cosiddetto Decreto Liquidità), il Governo è intervenuto al fine di sostenere l’economia del Paese, nel tentativo di fornire alle imprese strumenti per fronteggiare le conseguenze sul piano economico/finanziario dell’emergenza da Covid-19. Tali strumenti ricadono, in particolare, nella possibilità da parte delle imprese più colpite dalla crisi da Covid-19 (come le micro imprese (ad esempio le partite IVA), o imprese appartenenti al comparto delle PMI) di accedere a prestiti bancari in forma agevolata tramite il meccanismo delle garanzie statali. Benché tali strumenti siano, in linea di principio, utili per migliorare l’accesso al credito da parte delle PMI tramite i canali bancari ordinari, permane il problema, già sperimentato dopo la crisi finanziaria globale del 2008, della scarsa propensione da parte del sistema bancario a fornire liquidità alle imprese in oggetto. Anche i previsti prestiti di importo più basso, 25mila euro, non sono per tutti: sono in proporzione ai fatturati e si basano comunque sul merito creditizio. In questo lavoro si intendono analizzare gli elementi che caratterizzano il problema della valutazione finanziaria di garanzie pubbliche. Si considera in particolare la valutazione all’emissione di una garanzia “elementare” in cui esi- sta una dipendenza tra rischi di insolvenza del garante e del debitore garantito. In effetti questa “circolarità” di rischio è tipica delle fasi di emergenza economica; ancor di più nella fase di “Great lock-down” determinata dallo scoppio della pandemia Covid-19 (nota) che è stata giudicata “senza precedenti” (International Monetary Fund, 2020) 5. L’uso dello strumento delle garanzie statali sembrerebbe anche essere quello più idoneo a garantire equilibri di finanza pubblica nell’attuale epoca storica caratterizzata da un aumento del debito pubblico internazionale a livelli “post-bellici”. Nei paragrafi seguenti focalizzeremo la nostra attenzione proprio sul valore iniziale di questa garanzia anche in relazione al merito creditizio delle parti coinvolte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.