In questi giorni si parla molto di revenge porn, per lo scalpore suscitato dalla vicenda della maestra di Torino il cui ex compagno ha diffuso materiale che la ritraeva in atteggiamenti sessuali, causandone il licenziamento dalla scuola dove insegnava. Il modo in cui si usa la parola, in questo e in molti altri casi, è poco onesto; perché presenta le cose in una versione di comodo. Infatti si parla di questi episodi come se gli autori della vendetta e delle sue conseguenze fossero alcuni precisi, visibili colpevoli, e si sorvola su tutti gli altri. Cioè, si sorvola sul fatto che i colpevoli reali sono tantissimi, e che fra loro ci sono anche molti di coloro che puntano il dito contro i colpevoli più palesi. Vediamo i colpevoli palesi: 1. La persona, tipicamente ex compagno, che per danneggiare una donna, o anche solo per vantarsi di essercisi accoppiato, diffonde prove visive di questi accoppiamenti. 2. Coloro che ne aumentano la diffusione girandoli sul web. 3. Coloro che a seguito di questa rivelazione adottano comportamenti ostili nei confronti di quella donna: pubblico disprezzo, oppure, come nell’ultimo caso, licenziamento motivato da questo disprezzo. Ma se questo porn riesce a essere revenge, è perché l’intera società è complice. Infatti, si può dmostrare che gli indispensabili complici del propagatore del filmato sono: 4. Tutti quelli che disapprovano e disprezzano chi fa sesso. E non solo: come ho cercato di spiegare recentemente,[1] anche: 5. Tutti quelli che non lo disapprovano realmente, se non altro perché il sesso lo fanno anche loro; ma ne approfittano comunque per deridere, screditare o condannare chi lo fa, soprattutto se femmina, nelle mille forme che le relazioni sociali mettono a disposizione. 6. Tutti coloro che quando vedono in una pubblicità una donna in atteggiamento sessualmente provocante sostengono che l’immagine della donna in quella pubblicità viene svilita. 7. Tutti coloro che sostengono che nel prostituirsi c’è ipso facto una umiliazione e una degradazione, anche se non c’è sfruttamento ma si tratta di una scelta libera. 8. Quelli che si scandalizzano e considerano degradante che il sex appeal venga fatto valere da molte donne per procurarsi una migliore carriera e avere successo nella società. 9. Tutti i genitori che esplicitamente, o peggio ancora implicitamente, trasmettono ai loro figli e alle loro figlie l’idea che nel sesso ci sia qualcosa di male.
Lombardi, V. (2020). Tutti i complici del revenge porn. MICROMEGA.
Tutti i complici del revenge porn
lombardi vallauri
2020-01-01
Abstract
In questi giorni si parla molto di revenge porn, per lo scalpore suscitato dalla vicenda della maestra di Torino il cui ex compagno ha diffuso materiale che la ritraeva in atteggiamenti sessuali, causandone il licenziamento dalla scuola dove insegnava. Il modo in cui si usa la parola, in questo e in molti altri casi, è poco onesto; perché presenta le cose in una versione di comodo. Infatti si parla di questi episodi come se gli autori della vendetta e delle sue conseguenze fossero alcuni precisi, visibili colpevoli, e si sorvola su tutti gli altri. Cioè, si sorvola sul fatto che i colpevoli reali sono tantissimi, e che fra loro ci sono anche molti di coloro che puntano il dito contro i colpevoli più palesi. Vediamo i colpevoli palesi: 1. La persona, tipicamente ex compagno, che per danneggiare una donna, o anche solo per vantarsi di essercisi accoppiato, diffonde prove visive di questi accoppiamenti. 2. Coloro che ne aumentano la diffusione girandoli sul web. 3. Coloro che a seguito di questa rivelazione adottano comportamenti ostili nei confronti di quella donna: pubblico disprezzo, oppure, come nell’ultimo caso, licenziamento motivato da questo disprezzo. Ma se questo porn riesce a essere revenge, è perché l’intera società è complice. Infatti, si può dmostrare che gli indispensabili complici del propagatore del filmato sono: 4. Tutti quelli che disapprovano e disprezzano chi fa sesso. E non solo: come ho cercato di spiegare recentemente,[1] anche: 5. Tutti quelli che non lo disapprovano realmente, se non altro perché il sesso lo fanno anche loro; ma ne approfittano comunque per deridere, screditare o condannare chi lo fa, soprattutto se femmina, nelle mille forme che le relazioni sociali mettono a disposizione. 6. Tutti coloro che quando vedono in una pubblicità una donna in atteggiamento sessualmente provocante sostengono che l’immagine della donna in quella pubblicità viene svilita. 7. Tutti coloro che sostengono che nel prostituirsi c’è ipso facto una umiliazione e una degradazione, anche se non c’è sfruttamento ma si tratta di una scelta libera. 8. Quelli che si scandalizzano e considerano degradante che il sex appeal venga fatto valere da molte donne per procurarsi una migliore carriera e avere successo nella società. 9. Tutti i genitori che esplicitamente, o peggio ancora implicitamente, trasmettono ai loro figli e alle loro figlie l’idea che nel sesso ci sia qualcosa di male.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.