Negli anni della maturità Schumann si era rivolto con fervido interesse allo studio del contrappunto, aveva analizzato a fondo le opere più importanti di Johann Sebastian Bach ed aveva composto numerosi brani caratterizzati dall’impiego di tecniche contrappuntistiche anche complesse, come le Fughe per organo sul nome di BACH op. 60. La letteratura musicologica ha spesso individuato in questo un segno di inaridimento della sua prorompente creatività, ed ha talvolta sottolineato come egli non fosse riuscito comunque a padroneggiare la scrittura contrappuntistica con vera maestria. Bisogna ricordare, però, che il pensiero contrappuntistico è stato sempre presente tra le pieghe della musica schumanniana e che ha, a mio avviso, radici ben lontane e forse insospettabili. Letterarie. Componendo alcuni indizi frammentari possiamo costruire un quadro di riferimento da cui prendere le mosse. In una pluricitata lettera del 1839 Schumann afferma di aver appreso più contrappunto da Jean Paul [Richter] che dal proprio insegnante. A cosa allude il compositore? Di che sorta di contrappunto si tratta? Molte sue raccolte di pezzi per pianoforte presentano un esplicito riferimento a Hoffmann: negli scritti di questi l’arte contrappuntistica, incarnata in Bach, è additata come un insieme di «misteriose e paurose combinazioni», come «sanscrito della natura espresso in suoni». La definizione stessa di contrappunto può esser espressa come “contrapposizione e sovrapposizione di almeno due elementi”: questo principio è rintracciabile nell’opera di Jean Paul, così fortemente caratterizzata dal tema del doppio e dalla combinazione di elementi eterogenei; nel suo concetto di Humor come giustapposizione e commistione degli opposti; nell’idea schlegeliana di Tiefkombinatorisch [combinatorio profondo]; nella struttura narrativa di doppio romanzo del Kater Murr di Hoffmann e così via. Molto è già stato scritto sulla presenza di siffatte tematiche nell’opera di Schumann, ma, a mio avviso, non si è andati mai sino ad indagare in quest’ottica l’interno della testura musicale schumanniana, così intricata, caleidoscopica e ricca di contrasti; “contrappuntistica” con polivalenti accezioni metaforiche. Il principio del contrappunto come “contrapposizione” può invece contribuire a meglio comprenderne parecchi aspetti: dalla testura alla rete di citazioni ed autocitazioni, dalla costituzione della forma per frammenti a contrasto ai contrasti ritmici.
Arfini, M.T. (2007). Jean Paul, Hoffmann ed il contrappunto di Schumann. In Arnaldo Morelli (a cura di), Schumann ed i suoi rapporti con lo spazio letterario (pp. 109-128). Lucca : Libreria Italiana Musicale.
Jean Paul, Hoffmann ed il contrappunto di Schumann
Arfini
2007-01-01
Abstract
Negli anni della maturità Schumann si era rivolto con fervido interesse allo studio del contrappunto, aveva analizzato a fondo le opere più importanti di Johann Sebastian Bach ed aveva composto numerosi brani caratterizzati dall’impiego di tecniche contrappuntistiche anche complesse, come le Fughe per organo sul nome di BACH op. 60. La letteratura musicologica ha spesso individuato in questo un segno di inaridimento della sua prorompente creatività, ed ha talvolta sottolineato come egli non fosse riuscito comunque a padroneggiare la scrittura contrappuntistica con vera maestria. Bisogna ricordare, però, che il pensiero contrappuntistico è stato sempre presente tra le pieghe della musica schumanniana e che ha, a mio avviso, radici ben lontane e forse insospettabili. Letterarie. Componendo alcuni indizi frammentari possiamo costruire un quadro di riferimento da cui prendere le mosse. In una pluricitata lettera del 1839 Schumann afferma di aver appreso più contrappunto da Jean Paul [Richter] che dal proprio insegnante. A cosa allude il compositore? Di che sorta di contrappunto si tratta? Molte sue raccolte di pezzi per pianoforte presentano un esplicito riferimento a Hoffmann: negli scritti di questi l’arte contrappuntistica, incarnata in Bach, è additata come un insieme di «misteriose e paurose combinazioni», come «sanscrito della natura espresso in suoni». La definizione stessa di contrappunto può esser espressa come “contrapposizione e sovrapposizione di almeno due elementi”: questo principio è rintracciabile nell’opera di Jean Paul, così fortemente caratterizzata dal tema del doppio e dalla combinazione di elementi eterogenei; nel suo concetto di Humor come giustapposizione e commistione degli opposti; nell’idea schlegeliana di Tiefkombinatorisch [combinatorio profondo]; nella struttura narrativa di doppio romanzo del Kater Murr di Hoffmann e così via. Molto è già stato scritto sulla presenza di siffatte tematiche nell’opera di Schumann, ma, a mio avviso, non si è andati mai sino ad indagare in quest’ottica l’interno della testura musicale schumanniana, così intricata, caleidoscopica e ricca di contrasti; “contrappuntistica” con polivalenti accezioni metaforiche. Il principio del contrappunto come “contrapposizione” può invece contribuire a meglio comprenderne parecchi aspetti: dalla testura alla rete di citazioni ed autocitazioni, dalla costituzione della forma per frammenti a contrasto ai contrasti ritmici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.