Dal 1957 al 1967 diversi episodi nel sistema dell'arte contemporanea italiana e ex jugoslava furono in relazione con la produzione industriale e la cosiddetta ideologia della tecnica. Le teorie sul progresso marxiste incontrarono la riflessione sul rapporto uomo-macchina. Si diffuse un pensiero comune, e in alcuni casi condiviso, tra artisti, storici e studiosi che tentarono una comprensione dei nuovi fermenti artistici. In particolare critici d'arte italianai, come Giulio Carlo Argan, Umbro Apollonio e Giuseppe Gatt, e studiosi di Belgrado, come Oto Bihalji-Merin, Lazar Trifunovic e Jerko Denegri, si interessarono al rapporto tra arte cinetica/programmata e tecnologia: ciò da un lato si manifestò nella serie di esposizioni internazionali tenutesi a Zagabria, che ebbero il titolo di Nove tendencije e dall'altro prese corpo grazie alle nuove forme del disegno industriale. I critici ebbero l'ambizione di tracciare la rotta ideologica dell ricerche delle nuove tendenze, ma fallirono alla prova dei fatti storici. Un'analisi delle parole e dei contenuti impiegati nella critica d'arte italiana e serba, entrambe coadiuvate da quella croata, non è stata ancora svolta con metodo scientifico e questo saggio non mira ad esaurire l'argomento ma ad avviare un dibattito storico-critico di respiro internazionale.
Renzi, L., Bruni, F., Marello, C., Klajn, I., Roic, S., Kilibarda, V., et al. (2015). Scrivere il futuro: 1957-1967. Tecnica e ideologia nella critica d'arte tra Roma e Belgrado. ITALICA BELGRADENSIA(1), 81-102.
Scrivere il futuro: 1957-1967. Tecnica e ideologia nella critica d'arte tra Roma e Belgrado.
Carla Marello;Giovanni Rubino
2015-01-01
Abstract
Dal 1957 al 1967 diversi episodi nel sistema dell'arte contemporanea italiana e ex jugoslava furono in relazione con la produzione industriale e la cosiddetta ideologia della tecnica. Le teorie sul progresso marxiste incontrarono la riflessione sul rapporto uomo-macchina. Si diffuse un pensiero comune, e in alcuni casi condiviso, tra artisti, storici e studiosi che tentarono una comprensione dei nuovi fermenti artistici. In particolare critici d'arte italianai, come Giulio Carlo Argan, Umbro Apollonio e Giuseppe Gatt, e studiosi di Belgrado, come Oto Bihalji-Merin, Lazar Trifunovic e Jerko Denegri, si interessarono al rapporto tra arte cinetica/programmata e tecnologia: ciò da un lato si manifestò nella serie di esposizioni internazionali tenutesi a Zagabria, che ebbero il titolo di Nove tendencije e dall'altro prese corpo grazie alle nuove forme del disegno industriale. I critici ebbero l'ambizione di tracciare la rotta ideologica dell ricerche delle nuove tendenze, ma fallirono alla prova dei fatti storici. Un'analisi delle parole e dei contenuti impiegati nella critica d'arte italiana e serba, entrambe coadiuvate da quella croata, non è stata ancora svolta con metodo scientifico e questo saggio non mira ad esaurire l'argomento ma ad avviare un dibattito storico-critico di respiro internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.