Questo articolo riflette sui processi di culturalizzazione dell’emancipazione nei punti in cui questi intersecano l’asilo politico. Al centro della discussione, vi sono i modi con cui i linguaggi dei diritti, dell’umanitario e delle prospettive femministe codificano la violenza sulle rifugiate come pratica sedimentata delle loro culture di origine. Dinanzi a soggetti che chiedono protezione su istanze di violazione, si attende da questi l’uso di un’appropriata grammatica della violenza e una presa di posizione dinanzi alle vicissitudini accadute. Cosa accade quando le soggettività violate rivendicano un’etica del sé che si discosta dall’idea di autodeterminazione loro offerta, trasgredendo a più riprese le ragioni umanitarie e di genere? Il testo interpella la letteratura che si è interrogata sullo statuto assegnato alle donne diversamente posizionate nella scala del privilegio di genere e il ruolo assegnato, se assegnato, alla loro agency trasformativa. Il filo che lega l’eccezione umanitaria attribuita alle donne, il ruolo della sessualità nelle politiche di ammissione e la codificazione culturale della morale nell’intervento umanitario costituisce lo sfondo che attraversa queste pagine.
Pinelli, B. (2021). Teleologie di emancipazione, senso del sé, trasgressioni. Fratture nella lettura di biografie violate e dell’azione nelle istanze di protezione. ANTROPOLOGIA, 8(1), 119-140 [10.14672/ada20211741119-140].
Teleologie di emancipazione, senso del sé, trasgressioni. Fratture nella lettura di biografie violate e dell’azione nelle istanze di protezione
Barbara Pinelli
2021-01-01
Abstract
Questo articolo riflette sui processi di culturalizzazione dell’emancipazione nei punti in cui questi intersecano l’asilo politico. Al centro della discussione, vi sono i modi con cui i linguaggi dei diritti, dell’umanitario e delle prospettive femministe codificano la violenza sulle rifugiate come pratica sedimentata delle loro culture di origine. Dinanzi a soggetti che chiedono protezione su istanze di violazione, si attende da questi l’uso di un’appropriata grammatica della violenza e una presa di posizione dinanzi alle vicissitudini accadute. Cosa accade quando le soggettività violate rivendicano un’etica del sé che si discosta dall’idea di autodeterminazione loro offerta, trasgredendo a più riprese le ragioni umanitarie e di genere? Il testo interpella la letteratura che si è interrogata sullo statuto assegnato alle donne diversamente posizionate nella scala del privilegio di genere e il ruolo assegnato, se assegnato, alla loro agency trasformativa. Il filo che lega l’eccezione umanitaria attribuita alle donne, il ruolo della sessualità nelle politiche di ammissione e la codificazione culturale della morale nell’intervento umanitario costituisce lo sfondo che attraversa queste pagine.File | Dimensione | Formato | |
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