Per questo numero di EcoWebTown costruito attorno a un’idea di Mediterraneo come contenitore di comunanze, come grande “manuale” di pratiche e forme dell’abitare condivise, luogo di potenzialità e possibilità ancora inespresse, si propone la lettura di un volume che ne ricostruisce il “mito di fondazione” in modo sorprendente. Fondazione, sì, perché i due giovani autori, Marino Amodio e Vincenzo del Vecchio, invertendo l’immagine geografica del grande mare-lago su cui poggia l’interpretazione di Braudel, raccontano di un passato remoto ipotetico in cui il Mediterraneo era una grande terra circondata da ogni parte da molti mari, ed era abitata dai popoli originari con le loro città. Un’isola, Terraneo. Questo luogo viene trasformato, attraverso un’operazione di montaggio, in un accentratore, un punto di convergenza di miti e leggende che girano attorno alle origini del mare nostrum provenienti da molte e diverse direzioni. Trasformare il Mediterraneo in Terraneo, invertire “lo sfondo e la figura” è un progetto: si fonda sulla volontà chiara di difendere una memoria mitologica che parla ancora una lingua comune ai popoli del nord Africa, dell’Europa, del Medio Oriente e aspira a introdurre nuove pratiche abitative, nuove consuetudini relazionali, che “riaffiorano alla coscienza come riappaiono le spiagge al ritirarsi della marea”, di quel grande manuale che è, ancora, il nostro mare.

Pone, M. (2021). Terraneo. Di Marino Amodio e Vincenzo Del Vecchio. Ceci n’est pas un revoir (questa non è una recensione). ECO WEB TOWN, 23, 202-207.

Terraneo. Di Marino Amodio e Vincenzo Del Vecchio. Ceci n’est pas un revoir (questa non è una recensione)

Maria Pone
2021-01-01

Abstract

Per questo numero di EcoWebTown costruito attorno a un’idea di Mediterraneo come contenitore di comunanze, come grande “manuale” di pratiche e forme dell’abitare condivise, luogo di potenzialità e possibilità ancora inespresse, si propone la lettura di un volume che ne ricostruisce il “mito di fondazione” in modo sorprendente. Fondazione, sì, perché i due giovani autori, Marino Amodio e Vincenzo del Vecchio, invertendo l’immagine geografica del grande mare-lago su cui poggia l’interpretazione di Braudel, raccontano di un passato remoto ipotetico in cui il Mediterraneo era una grande terra circondata da ogni parte da molti mari, ed era abitata dai popoli originari con le loro città. Un’isola, Terraneo. Questo luogo viene trasformato, attraverso un’operazione di montaggio, in un accentratore, un punto di convergenza di miti e leggende che girano attorno alle origini del mare nostrum provenienti da molte e diverse direzioni. Trasformare il Mediterraneo in Terraneo, invertire “lo sfondo e la figura” è un progetto: si fonda sulla volontà chiara di difendere una memoria mitologica che parla ancora una lingua comune ai popoli del nord Africa, dell’Europa, del Medio Oriente e aspira a introdurre nuove pratiche abitative, nuove consuetudini relazionali, che “riaffiorano alla coscienza come riappaiono le spiagge al ritirarsi della marea”, di quel grande manuale che è, ancora, il nostro mare.
2021
Pone, M. (2021). Terraneo. Di Marino Amodio e Vincenzo Del Vecchio. Ceci n’est pas un revoir (questa non è una recensione). ECO WEB TOWN, 23, 202-207.
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