Il poema che cammina parla dello strettissimo rapporto tra letteratura cavalleresca e opera dei pupi: un lungo viaggio che, passando per tempi e luoghi diversi, porta Orlando, Rinaldo e gli altri protagonisti dei poemi in ottava rima a camminare davvero, sul palcoscenico dei “teatrini”. L’opera dei pupi rappresenta una parte fondamentale e fi nora trascurata nella storia della ricezione della letteratura cavalleresca, dei grandi capolavori come dei poemi minori. Allo stesso modo, il rapporto con la parola scritta è un ambito ancora poco studiato ma centrale dell’opera dei pupi. Basato su ricerche di prima mano sulle stampe, i copioni e le testimonianze orali, il libro esamina tutti i passaggi fra la letteratura cavalleresca e l’opera dei pupi: dai poemi in ottava rima scritti nel XV e nel XVI secolo alle riscritture in prosa di Giusto Lodico e Giuseppe Leggio e poi ai copioni dei pupari di Palermo, Catania e Puglia; dall’opera dei pupi tradizionale alle trasformazioni e innovazioni degli anni Sessanta e Settanta; fino alle nuove e originali soluzioni dei pupari attivi ai nostri giorni.
Carocci, A. (2019). Il poema che cammina. La letteratura cavalleresca nell'opera dei pupi. Palermo : Museo Pasqualino.
Il poema che cammina. La letteratura cavalleresca nell'opera dei pupi
Anna Carocci
2019-01-01
Abstract
Il poema che cammina parla dello strettissimo rapporto tra letteratura cavalleresca e opera dei pupi: un lungo viaggio che, passando per tempi e luoghi diversi, porta Orlando, Rinaldo e gli altri protagonisti dei poemi in ottava rima a camminare davvero, sul palcoscenico dei “teatrini”. L’opera dei pupi rappresenta una parte fondamentale e fi nora trascurata nella storia della ricezione della letteratura cavalleresca, dei grandi capolavori come dei poemi minori. Allo stesso modo, il rapporto con la parola scritta è un ambito ancora poco studiato ma centrale dell’opera dei pupi. Basato su ricerche di prima mano sulle stampe, i copioni e le testimonianze orali, il libro esamina tutti i passaggi fra la letteratura cavalleresca e l’opera dei pupi: dai poemi in ottava rima scritti nel XV e nel XVI secolo alle riscritture in prosa di Giusto Lodico e Giuseppe Leggio e poi ai copioni dei pupari di Palermo, Catania e Puglia; dall’opera dei pupi tradizionale alle trasformazioni e innovazioni degli anni Sessanta e Settanta; fino alle nuove e originali soluzioni dei pupari attivi ai nostri giorni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


