Il saggio che si propone per questo numero di Op.Cit è connesso a una ricerca che sulle pagine di questa rivista ha già trovato espressione in due occasioni: nel numero 165 con il saggio “Paesaggi dell’Antropocene” e nel numero 170 con il contributo dal titolo “Sul potenziale della situazione: architettura come infrastruttura”. Questo terzo scritto rappresenta il terzo vertice di un ipotetico triangolo che individua il campo di indagine in cui si muove una ricerca ancora aperta e in corso che continua ad arricchirsi grazie all’incontro con visioni e pensieri e spunti nuovi o che vengono a poco a poco “scoperti” e che continuamente si aggiornano. Nello specifico, questo scritto si concentra sul ruolo, le possibilità e le interpretazioni che ruotano attorno alla dimensione che potremmo definire “metodologica” del progetto dello spazio come forma del pensiero e che, per confrontarsi con questa dimensione epocale di cambiamenti, deve saper mettere in discussione alcuni dei suoi paradigmi fondativi. Per parlare delle nuove sfide per il progetto vengono prese in esame le recenti riflessioni aperte da due autori provenienti da discipline diverse che, messe in risonanza tra loro, sembrano capaci di aprire spazi di sperimentazione per pensare un progetto che sappia ideare architetture/infrastrutture per l’epoca dell’Antropocene.
Pone, M. (2022). L’esperienza della soglia: progetto minore per luoghi-di-non. OP. CIT., 173, 5-17.
L’esperienza della soglia: progetto minore per luoghi-di-non
Maria Pone
2022-01-01
Abstract
Il saggio che si propone per questo numero di Op.Cit è connesso a una ricerca che sulle pagine di questa rivista ha già trovato espressione in due occasioni: nel numero 165 con il saggio “Paesaggi dell’Antropocene” e nel numero 170 con il contributo dal titolo “Sul potenziale della situazione: architettura come infrastruttura”. Questo terzo scritto rappresenta il terzo vertice di un ipotetico triangolo che individua il campo di indagine in cui si muove una ricerca ancora aperta e in corso che continua ad arricchirsi grazie all’incontro con visioni e pensieri e spunti nuovi o che vengono a poco a poco “scoperti” e che continuamente si aggiornano. Nello specifico, questo scritto si concentra sul ruolo, le possibilità e le interpretazioni che ruotano attorno alla dimensione che potremmo definire “metodologica” del progetto dello spazio come forma del pensiero e che, per confrontarsi con questa dimensione epocale di cambiamenti, deve saper mettere in discussione alcuni dei suoi paradigmi fondativi. Per parlare delle nuove sfide per il progetto vengono prese in esame le recenti riflessioni aperte da due autori provenienti da discipline diverse che, messe in risonanza tra loro, sembrano capaci di aprire spazi di sperimentazione per pensare un progetto che sappia ideare architetture/infrastrutture per l’epoca dell’Antropocene.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.