Secondo il dizionario online della Treccani, il significato principale del verbo prenotare è «fissare, far riservare in anticipo qualcosa che si vuole trovare disponibile al momento opportuno: un posto in treno, due poltrone a teatro, un tavolo al ristorante», ma – oltre a chiedere un permesso agli uffici competenti – come si può prenotare una «postazione» nello spazio pubblico? La Federazione nazionale artisti in strada ha concretizzato un’applicazione per smartphone che, tra le tante funzionalità, consente agli artisti di strada (giocolieri, acrobati, musicisti) di riservare le piazze di alcune città per potersi esibire regolarmente. In questo contributo, dopo una particolareggiata e necessaria introduzione al «mondo» dell’arte di strada, avvalendosi delle dichiarazioni divergenti degli artisti intervistati (alcuni favorevoli, altri contrari all’utilizzo dell’applicazione), si intende approfondire in che modo si trasforma la relazione «artista di strada-spazio pubblico» quando «subentra» un nuovo elemento come quello tecnologico: l’applicazione – oltre a incentivare la «frammentazione» dello spazio pubblico – riproduce forse un modello di organizzazione spaziale tipico dei festival; il modello favorisce la normalizzazione dell’arte di strada o stimola forme esclusive di utilizzo della piazza?
Oddi, G. (2020). Prenotare lo spazio pubblico con un'App: un esperimento di "festivalizzazione" dell'arte di strada?. GEOTEMA(62), 37-45.
Prenotare lo spazio pubblico con un'App: un esperimento di "festivalizzazione" dell'arte di strada?
Giulia Oddi
2020-01-01
Abstract
Secondo il dizionario online della Treccani, il significato principale del verbo prenotare è «fissare, far riservare in anticipo qualcosa che si vuole trovare disponibile al momento opportuno: un posto in treno, due poltrone a teatro, un tavolo al ristorante», ma – oltre a chiedere un permesso agli uffici competenti – come si può prenotare una «postazione» nello spazio pubblico? La Federazione nazionale artisti in strada ha concretizzato un’applicazione per smartphone che, tra le tante funzionalità, consente agli artisti di strada (giocolieri, acrobati, musicisti) di riservare le piazze di alcune città per potersi esibire regolarmente. In questo contributo, dopo una particolareggiata e necessaria introduzione al «mondo» dell’arte di strada, avvalendosi delle dichiarazioni divergenti degli artisti intervistati (alcuni favorevoli, altri contrari all’utilizzo dell’applicazione), si intende approfondire in che modo si trasforma la relazione «artista di strada-spazio pubblico» quando «subentra» un nuovo elemento come quello tecnologico: l’applicazione – oltre a incentivare la «frammentazione» dello spazio pubblico – riproduce forse un modello di organizzazione spaziale tipico dei festival; il modello favorisce la normalizzazione dell’arte di strada o stimola forme esclusive di utilizzo della piazza?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.