Il contributo intende riflettere sull’avvio alla professione artistica di uno dei principali interpreti della bottega vasariana, Jacopo Zucchi. Sebbene i primi concreti interventi del pittore vengano concordemente riconosciuti solo nel soffitto del Salone dei Cinquecento (1563-1565), l’artista è registrato con frequenza settimanale nei pagamenti dello Scrittoio Fortezze e Fabbriche medicee ben prima dell’inizio del maestoso cantiere. Attraverso il riesame di questi documenti e tramite serrati confronti stilistici, il contributo intende rintracciare e isolare un gruppo di dipinti accomunati da caratteristiche ben connotate, estranee al lessico vasariano e stradanesco. Alcuni dipinti dei soffitti della Sala delle Sabine e della Sala di Penelope del Quartiere di Eleonora mostrano infatti incertezze e ingenuità nell’esecuzione confacenti alla mano di un giovane esordiente, che cercava di imitare pedissequamente lo stile del maestro senza raggiungerne l’equilibrio formale e la coerenza compositiva. Grazie ai confronti con opere successive, questo artista può essere identificato con Zucchi stesso, dal momento che, nei dipinti del Quartiere di Eleonora, si rintracciano in nuce peculiarità stilistiche e formali che avrebbero caratterizzato anche i dipinti più tardi. Accanto all’obiettivo di delineare più chiaramente i primi passi mossi dal giovane allievo dell’aretino, il contributo si propone anche di analizzare complessivamente il funzionamento di uno specifico momento del ventennale cantiere vasariano nel tentativo di approfondire il coinvolgimento delle molteplici personalità gravitanti in Palazzo Vecchio, troppo spesso trascurate per via dell’ingombrante fama del più anziano maestro.
Antoni, G. (2022). Un pregevole esordio. Gli interventi di Jacopo Zucchi in Palazzo Vecchio prima del Salone dei Cinquecento (1557-1563). PROSPETTIVA, 2020(179-180), 90-102.
Un pregevole esordio. Gli interventi di Jacopo Zucchi in Palazzo Vecchio prima del Salone dei Cinquecento (1557-1563)
Gloria Antoni
2022-01-01
Abstract
Il contributo intende riflettere sull’avvio alla professione artistica di uno dei principali interpreti della bottega vasariana, Jacopo Zucchi. Sebbene i primi concreti interventi del pittore vengano concordemente riconosciuti solo nel soffitto del Salone dei Cinquecento (1563-1565), l’artista è registrato con frequenza settimanale nei pagamenti dello Scrittoio Fortezze e Fabbriche medicee ben prima dell’inizio del maestoso cantiere. Attraverso il riesame di questi documenti e tramite serrati confronti stilistici, il contributo intende rintracciare e isolare un gruppo di dipinti accomunati da caratteristiche ben connotate, estranee al lessico vasariano e stradanesco. Alcuni dipinti dei soffitti della Sala delle Sabine e della Sala di Penelope del Quartiere di Eleonora mostrano infatti incertezze e ingenuità nell’esecuzione confacenti alla mano di un giovane esordiente, che cercava di imitare pedissequamente lo stile del maestro senza raggiungerne l’equilibrio formale e la coerenza compositiva. Grazie ai confronti con opere successive, questo artista può essere identificato con Zucchi stesso, dal momento che, nei dipinti del Quartiere di Eleonora, si rintracciano in nuce peculiarità stilistiche e formali che avrebbero caratterizzato anche i dipinti più tardi. Accanto all’obiettivo di delineare più chiaramente i primi passi mossi dal giovane allievo dell’aretino, il contributo si propone anche di analizzare complessivamente il funzionamento di uno specifico momento del ventennale cantiere vasariano nel tentativo di approfondire il coinvolgimento delle molteplici personalità gravitanti in Palazzo Vecchio, troppo spesso trascurate per via dell’ingombrante fama del più anziano maestro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.