In 1936, Jung resorted to the daring hypothesis of the return of Wotan in order to explain the disruption caused by Nazism in Germany. Odin, the ancient god of storm and frenzy, had awakened as a dormant volcano, had taken possession of the German people, and had delivered them to the Nazi leaders. The term employed by Jung to describe this tragic phenomenon is Ergriffenheit, which designates a state of being seized and thus possessed. The notion of Ergriffenheit, translated in Italian as «commozione», is the bedrock of Frobenius’s research, which has been a major influence on ethnology, on religion studies, and on the sciences of ancient civilizations in general. In this meaning, the term is taken up by Jesi since his research on ancient Egyptian civilization in the 1950s. The contribution reconstructs Jesi’s reflections on Ergriffenheit, highlighting its relevance with respect to the confrontation with Nazism, and to the more general problem posed by the technicization of myth, as well.

Nel 1936, Jung spiegava lo sconvolgimento apportato dal nazismo in Germania ricorrendo all’audace ipotesi del ritorno di Wotan. Odino, antico dio della tempesta e della furia, risvegliatosi come un vulcano dormiente, si era impossessato del popolo tedesco e lo aveva offerto alla leadership nazista. Il termine impiegato da Jung per descrivere questo fenomeno drammatico è Ergriffenheit, che designa l’essere afferrato e quindi posseduto. Tradotto in italiano come «commozione», la stessa nozione di Ergriffenheit si trova alla base delle ricerche di Frobenius che hanno influenzato in modo determinante l’etnologia, la scienza delle religioni e, in generale, lo studio delle civiltà antiche. In questa accezione il termine è ripreso da Jesi fin dalle ricerche degli anni Cinquanta sulla civiltà dell’antico Egitto. Il contributo ricostruisce la riflessione di Jesi sulla Ergriffenheit, mettendone in evidenza la rilevanza per il confronto con il nazionalsocialismo e per la questione aperta dalla tecnicizzazione del mito.

Carbone, G. (2022). Furor. POLEMOS, 1, 295-316.

Furor

Guelfo Carbone
2022-01-01

Abstract

In 1936, Jung resorted to the daring hypothesis of the return of Wotan in order to explain the disruption caused by Nazism in Germany. Odin, the ancient god of storm and frenzy, had awakened as a dormant volcano, had taken possession of the German people, and had delivered them to the Nazi leaders. The term employed by Jung to describe this tragic phenomenon is Ergriffenheit, which designates a state of being seized and thus possessed. The notion of Ergriffenheit, translated in Italian as «commozione», is the bedrock of Frobenius’s research, which has been a major influence on ethnology, on religion studies, and on the sciences of ancient civilizations in general. In this meaning, the term is taken up by Jesi since his research on ancient Egyptian civilization in the 1950s. The contribution reconstructs Jesi’s reflections on Ergriffenheit, highlighting its relevance with respect to the confrontation with Nazism, and to the more general problem posed by the technicization of myth, as well.
2022
Nel 1936, Jung spiegava lo sconvolgimento apportato dal nazismo in Germania ricorrendo all’audace ipotesi del ritorno di Wotan. Odino, antico dio della tempesta e della furia, risvegliatosi come un vulcano dormiente, si era impossessato del popolo tedesco e lo aveva offerto alla leadership nazista. Il termine impiegato da Jung per descrivere questo fenomeno drammatico è Ergriffenheit, che designa l’essere afferrato e quindi posseduto. Tradotto in italiano come «commozione», la stessa nozione di Ergriffenheit si trova alla base delle ricerche di Frobenius che hanno influenzato in modo determinante l’etnologia, la scienza delle religioni e, in generale, lo studio delle civiltà antiche. In questa accezione il termine è ripreso da Jesi fin dalle ricerche degli anni Cinquanta sulla civiltà dell’antico Egitto. Il contributo ricostruisce la riflessione di Jesi sulla Ergriffenheit, mettendone in evidenza la rilevanza per il confronto con il nazionalsocialismo e per la questione aperta dalla tecnicizzazione del mito.
Carbone, G. (2022). Furor. POLEMOS, 1, 295-316.
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