Il saggio prende in esame un aspetto poco considerato dalla letteratura musicologica ma importante nel definire la cifra stilistica di Robert Schumann, ovvero le irregolarità nel raddoppio delle parti. Tali irregolarità sono presenti in buona parte dei generi praticati dal compositore, pur con caratteristiche differenti proprio a seconda del genere musicale. Nella musica per pianoforte solo gli slittamenti prendono l’avvio dal gesto tecnico dell’ottava spezzata, sino a diventare illusori cenni di canone o slittamenti irregolari dell’armonia, che producono dissonanze altrimenti inspiegabili. Nella liederistica e nella musica da camera, invece, si vengono a creare veri e propri urti in dissonanza, nonché un effetto di de-sincronizzazione temporale. Pochissimi, invece, sono i casi di slittamento nell’orditura orchestrale: questa modalità di raddoppio delle parti orchestrali sarà invece ripresa da Richard Wagner. Dalla disamina emerge soprattutto che lo strumento deputato al raddoppio in rifrazione è il pianoforte, per vari motivi.
Arfini, M.T. (2024). «Innere Stimen». Slittamenti e rifrazioni della polifonia nella musica di Schumann. In Maurizio Giani (a cura di), Incontri con Schumann. Percorsi pianistici e critici. (pp. 85-104). Lucca : Libreria Italiana Musicale.
«Innere Stimen». Slittamenti e rifrazioni della polifonia nella musica di Schumann
Maria Teresa Arfini
2024-01-01
Abstract
Il saggio prende in esame un aspetto poco considerato dalla letteratura musicologica ma importante nel definire la cifra stilistica di Robert Schumann, ovvero le irregolarità nel raddoppio delle parti. Tali irregolarità sono presenti in buona parte dei generi praticati dal compositore, pur con caratteristiche differenti proprio a seconda del genere musicale. Nella musica per pianoforte solo gli slittamenti prendono l’avvio dal gesto tecnico dell’ottava spezzata, sino a diventare illusori cenni di canone o slittamenti irregolari dell’armonia, che producono dissonanze altrimenti inspiegabili. Nella liederistica e nella musica da camera, invece, si vengono a creare veri e propri urti in dissonanza, nonché un effetto di de-sincronizzazione temporale. Pochissimi, invece, sono i casi di slittamento nell’orditura orchestrale: questa modalità di raddoppio delle parti orchestrali sarà invece ripresa da Richard Wagner. Dalla disamina emerge soprattutto che lo strumento deputato al raddoppio in rifrazione è il pianoforte, per vari motivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.