Il contributo mira ad analizzare le trasformazioni ambientali e paesaggistiche di un’area industriale del settore chimico dismessa e pesantemente contaminata, pienamente inclusa nel tessuto urbanizzato di una cittadina emiliana, le cui due principali fabbriche private hanno chiuso i battenti rispettivamente nel 1973 e nel 2003. L’obiettivo di questo lavoro è duplice: - con l’analisi empirica si mira a identificare le varie fasi delle trasformazioni subite dall’area in questione: dal processo di dismissione, tipicamente corredato da inselvatichimento dell’intera zona industriale (edifici e cortili alle prese con un’estesa copertura vegetale spontanea) fino alla rivegetazione finale di una parte dell’area, passando dalle varie fasi di bonifica tramite biorisanamento (“Life Biorest” finanziato dall’Unione Europea) e altre tecniche; - e partendo dalla successione di modifiche ambientali e paesaggistiche -spontanee o fortemente guidate, seppur tramite processi “naturali”- si propone una riflessione teorica su alcuni fenomeni/categorie di analisi (inselvatichimento, rivegetazione…) e sulla loro percezione. Il caso studio scelto -SIN Fidenza- fa parte dei 42 Siti di Interesse Nazionale (SIN) ufficialmente riconosciuti (ISPRA, 2020). Dal 2001 il Ministero dell’Ambiente, con il decreto 18 settembre 2001, n. 468 “Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale”, ha inserito nei SIN anche la realtà di Fidenza, composta da 5 siti: 2 aree industriali dismesse confinanti (estensione di 115.310 mq), 2 ex-discariche e un ex-inceneritore. Lo studio si concentra solo sulle aree industriali, principalmente per tre motivi. Il primo è legato alla loro specifica collocazione, adiacente al centro storico, a 200 m dalla piazza principale. Il secondo è legato alla loro problematicità: impatti negativi sull’ambiente e sulla salute. Il terzo è legato alla particolarità dell’intervento: la realizzazione del progetto di recupero ambientale e urbanistico è stata possibile in quanto il Comune è diventato proprietario di questi terreni (nel 2001 per l’ex Cip -produzione di piombo tetraetile- e nel 2005 per l’ex Carbochimica -distillazione del catrame-) e ha stabilito un partenariato multiplo con enti pubblici e privati per implementare tecniche innovative di bonifica, con l’obiettivo finale di realizzare un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA), coerentemente con i parametri fissati dalla Regione Emilia-Romagna (Atto d’indirizzo del Consiglio Regionale n. 118/07).

Dumont, I. (2023). Per una geografia dei SIN: trasformazioni ambientali e paesaggistiche delle friches industriali contaminate. Considerazioni introduttive. In A.B. Andrea Pase (a cura di), Elementi, animali, piante. Mobilità dei costituenti, delle forze e degli organismi (pp. 206-213). Padova : Cleup sc.

Per una geografia dei SIN: trasformazioni ambientali e paesaggistiche delle friches industriali contaminate. Considerazioni introduttive

Isabelle Dumont
2023-01-01

Abstract

Il contributo mira ad analizzare le trasformazioni ambientali e paesaggistiche di un’area industriale del settore chimico dismessa e pesantemente contaminata, pienamente inclusa nel tessuto urbanizzato di una cittadina emiliana, le cui due principali fabbriche private hanno chiuso i battenti rispettivamente nel 1973 e nel 2003. L’obiettivo di questo lavoro è duplice: - con l’analisi empirica si mira a identificare le varie fasi delle trasformazioni subite dall’area in questione: dal processo di dismissione, tipicamente corredato da inselvatichimento dell’intera zona industriale (edifici e cortili alle prese con un’estesa copertura vegetale spontanea) fino alla rivegetazione finale di una parte dell’area, passando dalle varie fasi di bonifica tramite biorisanamento (“Life Biorest” finanziato dall’Unione Europea) e altre tecniche; - e partendo dalla successione di modifiche ambientali e paesaggistiche -spontanee o fortemente guidate, seppur tramite processi “naturali”- si propone una riflessione teorica su alcuni fenomeni/categorie di analisi (inselvatichimento, rivegetazione…) e sulla loro percezione. Il caso studio scelto -SIN Fidenza- fa parte dei 42 Siti di Interesse Nazionale (SIN) ufficialmente riconosciuti (ISPRA, 2020). Dal 2001 il Ministero dell’Ambiente, con il decreto 18 settembre 2001, n. 468 “Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale”, ha inserito nei SIN anche la realtà di Fidenza, composta da 5 siti: 2 aree industriali dismesse confinanti (estensione di 115.310 mq), 2 ex-discariche e un ex-inceneritore. Lo studio si concentra solo sulle aree industriali, principalmente per tre motivi. Il primo è legato alla loro specifica collocazione, adiacente al centro storico, a 200 m dalla piazza principale. Il secondo è legato alla loro problematicità: impatti negativi sull’ambiente e sulla salute. Il terzo è legato alla particolarità dell’intervento: la realizzazione del progetto di recupero ambientale e urbanistico è stata possibile in quanto il Comune è diventato proprietario di questi terreni (nel 2001 per l’ex Cip -produzione di piombo tetraetile- e nel 2005 per l’ex Carbochimica -distillazione del catrame-) e ha stabilito un partenariato multiplo con enti pubblici e privati per implementare tecniche innovative di bonifica, con l’obiettivo finale di realizzare un’Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA), coerentemente con i parametri fissati dalla Regione Emilia-Romagna (Atto d’indirizzo del Consiglio Regionale n. 118/07).
2023
978 88 5495 574 5
Dumont, I. (2023). Per una geografia dei SIN: trasformazioni ambientali e paesaggistiche delle friches industriali contaminate. Considerazioni introduttive. In A.B. Andrea Pase (a cura di), Elementi, animali, piante. Mobilità dei costituenti, delle forze e degli organismi (pp. 206-213). Padova : Cleup sc.
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