L'impatto della tecnologia sull'educazione può essere identificato seguendo un percorso molto più complesso di quanto si possa immaginare a prima analisi. Non basta, infatti, confrontare due situazioni - la prima caratterizzata dalla presenza di tecnologia nell'organizzazione e nella proposta di un percorso di apprendimento, la seconda invece che non ne contempli l'utilizzo - perché ciò porterebbe a ignorare che la tecnologia in sé è difficilmente separabile dalle attività e dalle abituali condizioni di vita. Ci si dovrebbe piuttosto chiedere se e in che misura gli atteggiamenti e gli stili cognitivi delle persone siano modificati da un'esposizione agli stimoli tecnologici, sempre più prolungata nel tempo e più diffusa spazialmente, e soprattutto quali effetti siano collegati a un uso perenne e onnipresente della tecnologia nella quotidianità. Dai risultati preliminari del progetto DEAL emergono alcuni punti di forza e altri di debolezza. Per quanto riguarda i primi si è avuta la conferma circa la pervasività della tecnologia e come questa abbia ormai condizionato la vita quotidiana di ciascuno di noi in modo marcato. Sia dal punto di vista lavorativo, sia da quello dello studio, la tecnologia ha costretto a cambiare il modo di lavorare e di studiare. Per quanto riguarda la relazione tra la tecnologia e gli stili di apprendimento, seppur con le dovute cautele dovute alla scarsa affidabilità delle scale del LSQ, si è visto come in diversi stili siano declinati diversi atteggiamenti nei confronti dell'innovazione e della pervasività tecnologica.
Agrusti, F. (2019). Uso della tecnologia e stili di apprendimento. In Cinzia Angelini (a cura di), Elementi per una educazione comprensiva. Percorsi verso la qualità. Milano : FrancoAngeli.
Uso della tecnologia e stili di apprendimento
Francesco Agrusti
2019-01-01
Abstract
L'impatto della tecnologia sull'educazione può essere identificato seguendo un percorso molto più complesso di quanto si possa immaginare a prima analisi. Non basta, infatti, confrontare due situazioni - la prima caratterizzata dalla presenza di tecnologia nell'organizzazione e nella proposta di un percorso di apprendimento, la seconda invece che non ne contempli l'utilizzo - perché ciò porterebbe a ignorare che la tecnologia in sé è difficilmente separabile dalle attività e dalle abituali condizioni di vita. Ci si dovrebbe piuttosto chiedere se e in che misura gli atteggiamenti e gli stili cognitivi delle persone siano modificati da un'esposizione agli stimoli tecnologici, sempre più prolungata nel tempo e più diffusa spazialmente, e soprattutto quali effetti siano collegati a un uso perenne e onnipresente della tecnologia nella quotidianità. Dai risultati preliminari del progetto DEAL emergono alcuni punti di forza e altri di debolezza. Per quanto riguarda i primi si è avuta la conferma circa la pervasività della tecnologia e come questa abbia ormai condizionato la vita quotidiana di ciascuno di noi in modo marcato. Sia dal punto di vista lavorativo, sia da quello dello studio, la tecnologia ha costretto a cambiare il modo di lavorare e di studiare. Per quanto riguarda la relazione tra la tecnologia e gli stili di apprendimento, seppur con le dovute cautele dovute alla scarsa affidabilità delle scale del LSQ, si è visto come in diversi stili siano declinati diversi atteggiamenti nei confronti dell'innovazione e della pervasività tecnologica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.