La disciplina dell’atto con cui l’imputato rende dichiarazioni rappresenta un aspetto qualificante dei sistemi di giustizia penale. Negli ordinamenti liberal-democratici è pacifico che questi non possa essere obbligato a deporre contro se stesso e che nell’acquisizione delle sue dichiarazioni debba essere bandita ogni forma di coartazione sulla sua libertà morale. Il diritto al silenzio costituisce una regola cardine tesa a controbilanciare l’istintiva propensione a trattare la persona accusata di un reato come la più decisiva delle conoscenze del giudice penale. Per questo l’assunzione delle dichiarazioni dell’imputato è un tema da affrontare seguendo due direttrici obbligate: da un lato, la necessaria salvaguardia del nemo tenetur se detegere, che va garantito malgrado dal suo esercizio possa conseguire l’impossibilità della formazione della prova; dall’altro, la dettagliata casistica attraverso cui sono ammessi obblighi testimoniali in capo a persone che, pur titolari di un interesse difensivo concreto, vedono quest’ultimo tutelato in forma diversa da quella del pieno riconoscimento del diritto di tacere. Su tali premesse, lo scritto prende in esame i diversi istituti attraverso cui è disciplinata l'assunzione delle dichiarazioni dell'imputato, nelle diverse fasi del procedimento, offrendo una disamina critica del quadro normativo.
Di Bitonto, M.L.A. (2017). Le dichiarazioni dell'imputato. GIURISPRUDENZA ITALIANA(8/9), 2001-2032.
Le dichiarazioni dell'imputato
Di Bitonto Maria Lucia Antonietta
2017-01-01
Abstract
La disciplina dell’atto con cui l’imputato rende dichiarazioni rappresenta un aspetto qualificante dei sistemi di giustizia penale. Negli ordinamenti liberal-democratici è pacifico che questi non possa essere obbligato a deporre contro se stesso e che nell’acquisizione delle sue dichiarazioni debba essere bandita ogni forma di coartazione sulla sua libertà morale. Il diritto al silenzio costituisce una regola cardine tesa a controbilanciare l’istintiva propensione a trattare la persona accusata di un reato come la più decisiva delle conoscenze del giudice penale. Per questo l’assunzione delle dichiarazioni dell’imputato è un tema da affrontare seguendo due direttrici obbligate: da un lato, la necessaria salvaguardia del nemo tenetur se detegere, che va garantito malgrado dal suo esercizio possa conseguire l’impossibilità della formazione della prova; dall’altro, la dettagliata casistica attraverso cui sono ammessi obblighi testimoniali in capo a persone che, pur titolari di un interesse difensivo concreto, vedono quest’ultimo tutelato in forma diversa da quella del pieno riconoscimento del diritto di tacere. Su tali premesse, lo scritto prende in esame i diversi istituti attraverso cui è disciplinata l'assunzione delle dichiarazioni dell'imputato, nelle diverse fasi del procedimento, offrendo una disamina critica del quadro normativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.